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Elezioni Europee 2024: ecco cosa accadrà al Green Deal dopo l’ascesa della destra
Le elezioni europee del 2024 segnano una svolta politica con l’ascesa della destra. Come questo cambiamento cambia il Green Deal.
Le elezioni europee del 2024 hanno confermato le previsioni di una significativa ascesa dei partiti di destra, trasformando il panorama politico di nazioni chiave come Francia e Germania. Questo risultato ha importanti ripercussioni non solo per i governi nazionali, ma anche per le istituzioni europee. La prossima legislatura vedrà una maggioranza che dovrà fare i conti con nuove sensibilità politiche, mettendo in discussione il Green Deal e altre disposizioni controverse, come il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035.
Il ruolo del partito popolare Europeo
Il Partito Popolare Europeo (PPE) ha guidato la carica contro il bando delle auto a combustione interna. Manfred Weber, leader del PPE, ha subito criticato il divieto, definendolo “un errore” e promettendo di metterlo al centro delle trattative per la formazione della nuova Commissione Europea. Con un aumento dei seggi da 178 a 186, il PPE intende utilizzare il suo nuovo peso politico per rivedere le politiche ambientali.
Peter Liese, responsabile delle politiche climatiche per il PPE, ha sottolineato la necessità di un Green Deal meno restrittivo, affermando: “Il divieto dei motori a combustione deve essere eliminato“. Tuttavia, un dietrofront completo sarà difficile da realizzare, poiché sarà necessario trovare un compromesso con i partiti di sinistra. Liese ha comunque ribadito che “non si prenderanno più decisioni senza il PPE“.
Convergenza politica e possibili alleanze
Non è solo il PPE a voler rivedere le normative ambientali. Alexandr Vondra, del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), ha affermato che la politica climatica diventerà più “realistica“ nei prossimi cinque anni. Vondra ha paragonato il Green Deal alla guida di un’auto, sottolineando l’importanza di utilizzare anche il freno e il volante, non solo l’acceleratore.
Anche tra i Verdi ci sono aperture alla revisione delle politiche ambientali. Michael Bloss, eurodeputato dei Verdi, ha dichiarato: “Il Green Deal non è morto, ma dovremo vedere cosa ci riserveranno le prossime settimane“. Sebbene i Verdi si oppongano fermamente alla cancellazione delle normative, riconoscono la necessità di adattarsi alle nuove maggioranze politiche.
La presidente della Commissione Europea uscente, Ursula von der Leyen, punta a formare una coalizione tra PPE e partiti di centrosinistra, ma la fragilità della maggioranza potrebbe richiedere il sostegno dei Verdi o di alcuni partiti di destra. Le prossime settimane saranno cruciali per determinare il futuro del Green Deal e delle politiche ambientali dell’Unione Europea.
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