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Disastro Volkswagen: fuga di dati sensibili degli utenti
Come se non fossero bastati il calo di vendite e l’ondata di scioperi degli ultimi mesi, ecco una nuova tegola per la casa di Wolfsburg.
Il 2024 si è rivelato un anno disastroso per Volkswagen, ulteriormente segnato da una clamorosa fuga di dati che ha coinvolto oltre 800.000 auto elettriche. La violazione, rivelata da Der Spiegel, ha esposto dati sensibili dei conducenti di modelli come ID.3 e ID.4, nonché di veicoli Audi, Seat e Škoda. Tra le informazioni trafugate figurano nomi, posizioni GPS, indirizzi e dettagli di contatto, che sono rimasti accessibili per mesi a causa di un server Amazon Cloud configurato in modo non ottimale.
Questa falla ha permesso agli hacker di monitorare persino le abitudini quotidiane degli utenti, come orari e luoghi di lavoro. Un caso emblematico riguarda Nadja Weippert, deputata verde del Parlamento della Bassa Sassonia, i cui spostamenti sono stati monitorati, esponendola a rischi per la sua sicurezza personale legati all’attività politica.
Nuove vulnerabilità nel mondo delle auto connesse
L’episodio ha messo in luce le criticità legate alla digitalizzazione delle auto e alla crescente dipendenza dai sistemi connessi. Le piattaforme che gestiscono le funzioni da remoto richiedono competenze avanzate, specie in termini di cybersecurity. La violazione ha evidenziato come anche aziende tecnologicamente avanzate possano fallire nell’implementazione di misure adeguate.
Secondo il Chaos Computer Club (CCC), un’organizzazione di hacking etico, il problema era noto da mesi ed è stato segnalato a Cariad, la divisione software del Gruppo Volkswagen. Cariad ha ammesso che l’origine della vulnerabilità risiedeva in una configurazione errata di due applicazioni IT, aprendo un dibattito sulla gestione della sicurezza informatica nel settore automotive.
Implicazioni e reazioni
La fuga di dati ha scatenato un’ondata di critiche verso Volkswagen, già alle prese con difficoltà interne come i negoziati sindacali per la riduzione dei costi. La rivelazione ha sollevato preoccupazioni non solo tra i consumatori ma anche tra i governi, viste le implicazioni sulla privacy e la possibilità di utilizzo criminale dei dati esposti.
Il caso sottolinea l’urgenza di adottare standard più rigidi per la protezione dei dati e il miglioramento della resilienza delle piattaforme digitali. Per Volkswagen, si tratta di una nuova “ammaccatura” in un anno già segnato da notizie negative e polemiche, che mettono a dura prova la reputazione del marchio e la fiducia dei suoi clienti in un brand che una volta era sinonimo di solidità e affidabilità.
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