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Dazi auto elettriche: anche BMW fa causa all’Europa

Sembra a prima vista bizzarro che la casa bavarese si schieri con i cinesi contro l’UE, ma c’è una ragione pratica: ecco quale.
La decisione della Commissione Europea di imporre dazi pesanti sulle auto elettriche importate dalla Cina ha scatenato una forte reazione. La politica adottata dall’UE punta a proteggere un’industria automobilistica europea sotto pressione e in crisi, mentre il mercato viene invaso da nuovi marchi e modelli che arrivano dal Paese asiatico. I sussidi cinesi lungo tutta la filiera delle auto elettriche (BEV) sono stati indicati come una minaccia per la salute economica del settore e anche un fattore di concorrenza sleale, di qui la scelta compensativa di alzarne il prezzo con i dazi.
Pechino, dal canto suo, ha risposto con tariffe aggiuntive su prodotti alimentari europei, intensificando la disputa commerciale. I produttori cinesi e BMW hanno scelto le vie legali per contestare le tariffe, mentre la Commissione ha 70 giorni per preparare la sua difesa. La questione resta aperta, ma lo scontro tra Europa e Cina rischia di compromettere ulteriormente i rapporti commerciali, mettendo alla prova il futuro del libero scambio e della competitività industriale.
Accuse di sussidi e concorrenza sleale
L’Unione Europea ha giustificato i dazi con un’indagine avviata nel 2023, che ha concluso che i sussidi governativi cinesi riducono artificialmente i prezzi dei veicoli elettrici esportati in Europa, danneggiando la competitività dell’industria automobilistica europea. Tra le aziende più colpite c’è Saic, soggetta a un dazio record del 35,3% per almeno cinque anni, mentre BYD e Geely sono tassate rispettivamente al 17% e al 18,8%.

La tariffa base del 10% applicata ai veicoli importati è così aumentata in modo significativo. I costruttori cinesi, con il sostegno della Camera di commercio cinese in UE, hanno denunciato questa misura come una violazione del libero scambio e una pratica commerciale ingiusta, chiedendo un negoziato per trovare un compromesso. Tuttavia, le trattative sono in stallo, lasciando spazio a un’escalation diplomatica e legale.
Dazi europei sulle elettriche cinesi: BYD, Geely e BMW si oppongono
La decisione della Commissione Europea di imporre dazi pesanti sulle auto elettriche importate dalla Cina ha scatenato una forte reazione. Tre grandi produttori cinesi – BYD, Geely e Saic, quest’ultima controllata dallo Stato – hanno presentato ricorso presso il Tribunale generale dell’Unione Europea a Lussemburgo, secondo quanto riporta il quotidiano di Hong Kong “South China Morning Post”. I produttori cinesi contestano le accuse di concorrenza sleale mosse dall’Unione Europea, sostenendo che i dazi, variabili tra il 7,8% e il 35,3%, rappresentano una misura punitiva e discriminatoria.
Alla loro iniziativa si è aggiunta anche la BMW? Il che potrebbe sembrare bizzarro, visto che i dazi servono proprio a tutelare le case automobilistiche europee. Il fatto è che BMW produce veicoli elettrici come la Mini Cooper e l’Aceman in collaborazione con il gigante cinese Great Wall Motors. Queste vetture, a causa dei dazi approvati nell’ottobre 2024, subiscono un’imposta aggiuntiva del 20,7%. E quindi sarebbe una beffa, perchè i modelli tedeschi, che già sono ben più cari della concorrenza cinese, sarebbero ancor più svantaggiati. E del resto, anche la Dacia Spring viene prodotta nella provincia di Hubei. Che anche la Renault mediti se unirsi o meno alla causa? La questione dei dazi rischia di riservare ancora altre sorprese.
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