La crisi dell’auto non si ferma: ancora tagli in europa

La crisi dell’auto continua senza sosta. In Europa numerose fabbriche sono pronte a dare inizio ad un nuovo ciclo di tagli.

La crisi dell’auto sta proseguendo ormai senza freni. Le più grandi fabbriche ormai avviate in Europa sono fortemente decise ad applicare la loro politica di tagli, a causa di una situazione che sembra ormai ristagnare da parecchio.

Risultano particolarmente eclatanti gli esempi del marchio Audi, con una linea di licenziamenti di massa che ha totalmente sconvolto il settore. Se anche un brand storico può vivere certi periodi di buio, che ne sarà dei marchi meno in voga?

Settore auto in crisi: ecco cosa succederà

Stellantis ha deciso di rivedere le proprie linee produttive in virtù della situazione attuale, cercando così di adeguarsi alle sospensioni temporanee di alcune fabbriche. Tempi duri anche per Ford, che a causa del mancato decollo della sua nuova linea si è ridimensionata.

Il mancato avvio del settore elettrico da parte di Ford, ha costretto l’azienda a tagliare circa 4.000 posti di lavoro entro l’annata del 2027. Da quel momento in poi, migliaia di lavoratori si troveranno così senza la loro occupazione principale.

Queste riduzioni non avverranno sul territorio italiano, ma riguarderanno perlopiù gli agglomerati produttivi situati in Gran Bretagna e Germania. I vertici dell’azienda hanno infatti spiegato come in questi due Paesi manchino degli incentivi per il settore elettrico.

Nel clima di crisi generale, è proprio l’azienda Stellantis ad essersi dimostrata intenzionata a cambiare rotta.

Il cambio di rotta di Stellantis

Il cambio di rotta di Stellantis vuole portare la popolare multinazionale a garantire una certa continuità ai propri posti di lavoro. Nonostante il momento attuale sia molto complicato, il gruppo nostrano è desideroso di uscirne.

Ciò non è tuttavia bastato a placare le proteste insorte di recente, dove 32 lavoratori hanno manifestato proprio contro i licenziamenti annunciati e in alcuni casi anche già attuati.

Leggi anche

Tesla Model Y, chi la guida fa più incidenti: ecco il motivo