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Cop26: accordo storico, ma non mancano le critiche
La Cop26 ha dato vita a un accordo storico. Eppure, in tanti hanno espresso critiche, per via della riduzione degli obiettivi prefissati.
La Cop26 è passata agli archivi con un accordo dai tanti ritenuto di portata “storica”, anche se non privo di compromessi, in grado di scatenare accese critiche, provenienti innanzitutto dai movimenti ambientalisti. Il documento finale impegna i firmatari a contenere sotto gli 1,5 °C l’incremento del riscaldamento globale rispetto ai livelli pre-industriali e ad avviare percorsi per contenere le emissioni di gas serra e giungere alla neutralità di anidride carbonica entro il 2050. Risponde a tale obiettivo l’impegno di ciascun Paese partecipante a rivedere i propri obiettivi annualmente, e non più ogni quinquennio come nella precedente intesa di Parigi.
Il patto sottoscritto è stato definito storico da numerosi Stati, specialmente perché, per la prima volta, si affronta il problema del carbone, da sempre ritenuto tra le fonti di energia più nocive. Peccato che l’India si sia messa di traverso e abbia ottenuto la sostituzione dell’espressione “eliminazione graduale” con “riduzione graduale”. Tutto ciò mentre a Nuova Delhi le istituzioni locali hanno varato una specie di coprifuoco per via degli altissimi valori di smog e inquinamento atmosferico.
La frecciata di Roberto Cingolani
Il ministro italiano per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha lanciato una frecciata a India e Cina. “Non è un compromesso annacquato, dovevamo portare a bordo tutto il mondo, più di 195 Paesi”, ha dichiarato ai microfoni della Rai il ministro italiano, sottolineando che “India e Cina hanno posto sostanzialmente un veto, hanno chiesto un alleggerimento di una condizione che, posso garantire, è abbastanza marginale, però questo ci ha consentito di averli a bordo nella Cop, che adesso ha sancito le regole di trasparenza e implementazione per quello che faremo nei prossimi anni“. Cingolani ha poi concluso: “Io non sono soddisfattissimo, però mi rendo conto che con queste dimensioni a questi livelli, purtroppo il compromesso è parte del mestiere”.
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