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Carburanti, ipotesi speculazione: indaga la Guardia di Finanza
I prezzi dei carburanti segnano un lieve ribasso, mentre proseguono i sospetti di manovre speculative degli operatori della filiera.
La decisione di non rinnovare il taglio delle accise sui carburanti assunta dal governo Meloni sta scatenando parecchie polemiche tra le istituzioni politiche. In uno scenario contraddistinto da perenne incertezza, Staffetta Quotidiana segnala un lieve ribasso delle tariffe, mentre diverse autoritĂ mettono il settore nel mirino per comprendere se dietro al prezzo elevato vi sia della speculazione di alcuni operatori.Â
Nel consueto report giornaliero, Staffetta Quotidiana scrive: “Il tonfo delle quotazioni dei prodotti raffinati registrato giovedì scorso ha prodotto un lieve movimento al ribasso sui listini dei maggiori marchi. I rialzi dei giorni precedenti, tuttavia, hanno determinato un forte aumento delle medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa. E le quotazioni internazionali hanno ripreso a correre, in particolare per quanto riguarda il gasolio. Il risultato è che la benzina tocca quota 1,82 euro/litro in ‘fai da te’, il gasolio è vicino a 1,88 euro/litro. Sul ‘servito’ siamo rispettivamente a 1,96 e a 2,02 euro/litro”.
Indagine commissionata alla Guardia di Finanza
Gli aumenti esponenziali dei prezzi hanno destato vibranti proteste da parte delle associazioni dei consumatori, che hanno denunciato i recenti accadimenti agli enti giudiziari e invocato l’intervento dell’Antitrust. La battaglia ingaggiata dalle organizzazioni ha spinto la Procura di Roma a intraprendere un’inchiesta e fra una settimana il ministero dell’Economia e delle Finanze comunicherà i primi risultati dell’indagine commissionata alla Guardia di Finanza.
In aggiunta, fanno sentire la propria voce organizzazioni di categoria come Coldiretti, la quale, stando alle stime dei suoi analisti, ha sottolineato che il rincaro dei carburanti inciderĂ sull’88 per cento dei beni trasportati e sui tassisti. Dal canto loro, i gestori delle stazioni di servizio respingono le accuse. Ad avviso di Bruno Bearzi, numero uno della Figisc-Confcommercio, “l’aumento dipende dalla decisione di cancellare lo sconto. Non è con 4 centesimi che si fa speculazione, è piĂą facile andare alla fine della filiera invece di entrare nella stanza dei bottoni di chi decide il prezzo. Si cerca sempre un capro espiatorio”.
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