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Bugatti: “prima elettrica dopo il 2030”
Bugatti ha annunciato di non avere nei piani la produzione di una vettura a trazione 100 per cento elettrica entro la fine del decennio.
Lungo il decennio attuale Bugatti si focalizzerà sulla produzione di modelli ibridi e non elettrici. Per il primo esemplare a zero emissioni della Casa d’oltralpe toccherà portare pazienza, e pure molta. Difatti, a livello di tempistiche si parla come minimo del 2030. Ad annunciarlo un articolo da poco pubblicato dall’autorevole magazine britannico Autocar, il quale si è messo in contatto con alcuni dei rappresentanti del marchio, da qualche mese confluito nelle proprietà di Rimac. Il fondatore della società croata, Mate Rimac, aveva preannunciato l’approdo di una Bugatti EV prima del termine del decennio. Dei piani, a quanto pare, corretti nel corso del tempo.
“Al momento stiamo lavorando sul prossimo modello ibrido, tutto il resto è ancora troppo lontano”, ha spiegato il numero della divisione design di Bugatti, Achim Anscheidt. “Sarebbe quasi irrispettoso nei confronti della nostra amata base di clienti pensare oltre al prossimo modello”. Il vice capo del dipartimento, Frank Heysel, ha ribadito che la squadra di lavoro è concentraao sull’ibrido per il decennio in corso.
Cambio dei piani in corsa
Sicché non vedrà la luce in tempi stretti, pronunciarsi su quali saranno le caratteristiche di una Bugatti elettrica risulta quantomeno prematuro. Rimac aveva dichiarato di voler uscire dalla strategia dell’esemplare unico, una costante del brand transalpino dal lancio della EB110 nel 1991, e di non limitarsi a realizzare soltanto hypercar.
Inoltre, ai microfoni aveva aggiunto che i futuri ingressi in listino avrebbero galvanizzato la folla e avrebbero preso le distanze dal portafoglio attuale. Ciononostante, paventare un suv sembra alquanto improbabile. La stesso Autocar aveva spiegato che l’idea di fabbricare una diretta concorrente della Lamborghini Urus era stata messa da parte, al fine di impegnarsi nei mezzi più esclusivi.
Anscheidt aveva puntualizzato la ragione dietro alla mossa controcorrente: il timore di togliere esclusività al brand, con la perdita di credibilità agli occhi degli appassionati.
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