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Bufera Xiaomi: la Casa cinese è accusata di pubblicità ingannevole

L’aggiornamento software che ha ridotto di metà la potenza della Xiaomi SU7 Ultra e altre accuse fanno infuriare i clienti, che considerano azioni legali.
Nel mondo dell’automotive, l’aggiornamento software che riduce la potenza di un’auto non è certo una notizia che si sente ogni giorno. Eppure, questo è esattamente ciò che è accaduto ai proprietari cinesi della Xiaomi SU7 Ultra, un modello di berlina elettrica che ha visto la sua potenza ridursi drasticamente a causa di una decisione unilaterale della casa automobilistica. Con un aggiornamento over-the-air (OTA), Xiaomi ha ridotto la potenza del veicolo da 1.548 CV a 900 CV in modalità di guida normale, senza alcun preavviso. Un’azione che ha suscitato l’indignazione dei clienti, che si sono ritrovati a fronteggiare una perdita considerevole di potenza per un motivo che Xiaomi ha giustificato come una mossa volta a “migliorare la sicurezza su strada”.
La riduzione della potenza e le modifiche al launch control
L’aggiornamento non ha solo colpito la potenza, ma ha anche introdotto una nuova limitazione sul launch control, che ora richiede un’attesa di 60 secondi prima di poter essere attivato. Questo cambiamento è stato interpretato da molti come una misura per impedire partenze troppo veloci ai semafori.
La Xiaomi SU7 Ultra, che inizialmente prometteva prestazioni da supercar, ora limita la sua potenza a 900 CV per l’uso quotidiano, riservando i 1.548 CV completi solo per l’uso in pista. Per accedere a tutta la potenza, i proprietari devono passare un test su pista omologata, un processo che rende di fatto inutilizzabile la piena capacità del veicolo su strada.
Le reazioni dei proprietari e la marcia indietro di Xiaomi
La risposta da parte dei proprietari non si è fatta attendere. I clienti hanno reagito con rabbia sui social media, chiedendo spiegazioni e protestando contro una decisione che ha ridotto l’esperienza di guida di una supercar. Nonostante alcuni abbiano accettato le ragioni di sicurezza, molti hanno sottolineato che si aspettavano di poter usare la potenza per cui avevano pagato, quando e dove preferivano.
Sotto la pressione pubblica, Xiaomi ha dovuto fare un passo indietro, dichiarando di apprezzare il feedback della community e promettendo maggiore trasparenza in futuro. Nonostante le scuse, la decisione di ridurre la potenza senza preavviso resta una mossa malvista.

Il problema del cofano in fibra di carbonio e l’offerta di risarcimenti
Oltre al ridimensionamento delle prestazioni, Xiaomi è stata accusata anche di pubblicità ingannevole riguardo un optional costoso: il cofano in fibra di carbonio a doppio condotto d’aria, venduto a un prezzo di circa 5.250 euro. Promosso come un sistema di raffreddamento per l’uso in pista, diversi test indipendenti hanno rivelato che l’accessorio ha una funzione puramente estetica e un’efficacia limitata.
Xiaomi ha riconosciuto che il cofano offre solo un raffreddamento ausiliario del vano anteriore. Per compensare i clienti, l’azienda ha offerto un pacchetto di risarcimenti che include la possibilità di rimborso per chi non ha ancora ricevuto l’auto o 20.000 punti premio per chi ha già preso possesso della vettura. Tuttavia, molti clienti stanno considerando azioni legali collettive per ottenere il rimborso completo.
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