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Auto elettriche: serviranno più di 300 nuove miniere per le batterie
Per avere tutti i componenti necessari alla realizzazione delle batterie delle auto elettriche serviranno più di 300 miniere entro il 2032.
La domanda in costante crescita di auto elettriche aumenterà in futuro, soprattutto col bando disposto dall’Unione Europea per le vetture endotermiche. Resta, però, ancora tutto da scoprire se l’attuale disponibilità di materie prime sia abbastanza da soddisfare le richieste dell’intero settore.
In un recente studio, la società di ricerche Benchmark Minerals dà una risposta abbastanza negativa. Difatti, secondo l’ente per far fronte al fabbisogno sia delle batterie sia dello stoccaggio energetico occorreranno oltre 300 nuovi siti minerari. Un risultato simile mostra come, in caso contrario, i Costruttori dovranno sostenere la scarsa reperibilità di componenti essenziali nel processo di fabbricazione. I dati attuali prospettano una crescita della domanda delle batterie agli ioni di litio di ben sei volte entro il 2032. Dunque, materie prime quali cobalto, litio e nichel diventeranno man mano sempre più preziose.
Il report di Benchmark Minerals
Il report di Benchmark Minerals fornisce un quadro dettagliato dei maggiori ostacoli per una diffusione su larga scala degli EV. Stando alle rilevazioni effettuate ci sarà la necessità di 384 nuove miniere di cobalto, grafite, litio e nichel. Non mancano i numeri inerenti al numero per ciascun singolo elemento: la grafite naturale imporrà la realizzazione di 97 miniere, con un’ipotetica capacità estrattiva annua media di 56 mila tonnellate, mentre per la grafite sintetica serviranno almeno 54 impianti da 57 mila tonnellate l’uno. Relativamente al litio, si parla di 74 nuove miniere da 45 mila tonnellate ciascuna, che potrebbero diminuire a 59 con un maggiore ricorso al riciclo.
A tal proposito, diverse aziende automotive hanno avviato progetti incentrati sul riciclo delle batterie di auto elettriche con l’obiettivo di recuperare le materie prime o dare loro una seconda vita in altri campi. Insomma, per raggiungere obiettivi più ambiziosi le compagnie avranno l’onere di prodigarsi nella trasformazione delle filiere di approvvigionamento.
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