News
L’automotive italiano rallenta gli investimenti: le soluzioni
E’ quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio TEA presentata dall’Università Cà Foscari Venezia e dal CNR. Ecco i risultati.
In Italia, quasi la metà delle aziende del settore automotive non pianifica investimenti significativi in nuovi prodotti nel triennio 2024-2027. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio TEA (trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano), presentata dal Center for Automotive & Mobility Innovation dell’Università Cà Foscari Venezia e dal CNR-IRCrES. Tra le imprese che investono, il 31% punta sulla mobilità elettrica, mentre solo il 20,9% continua a credere nelle motorizzazioni tradizionali.
Tuttavia, il 61,6% delle risorse viene destinato a componenti non legati a specifici tipi di alimentazione, segno di una filiera ancora poco orientata alla transizione tecnologica. Solo il 17,9% degli investimenti riguarda componenti per veicoli elettrici, mentre il 10,1% si concentra su quelli per veicoli endotermici.
Le sfide della transizione tecnologica
Il 66% delle aziende ritiene che l’elettrificazione non avrà impatti significativi sul proprio portafoglio prodotti, ma il 26,6% si prepara ad adattamenti, e il 7,4% prevede cambiamenti radicali. Le aziende più grandi e con una visione internazionale guidano l’innovazione, mentre le piccole imprese, spesso nel Mezzogiorno, faticano a tenere il passo.
L’Osservatorio TEA segnala inoltre una grave carenza di investimenti nell’innovazione di processo: il 55,2% delle imprese non ha piani in tal senso, nonostante le politiche di incentivo esistenti. Sotto il profilo occupazionale, solo le aziende orientate alla mobilità elettrica mostrano un outlook positivo, con aumenti previsti in ricerca e sviluppo (+5,6%) e sistemi informatici (+8%).
Competitività e richieste del settore
Tra le principali richieste delle aziende spiccano la riduzione dei costi energetici, l’adozione di fonti rinnovabili e politiche per potenziare l’infrastruttura di ricarica. Le imprese chiedono anche misure per facilitare assunzioni, formazione e stimolo della domanda di veicoli elettrici. Inoltre, la filiera invoca incentivi per nuovi impianti, il rientro di attività produttive dall’estero e la promozione di collaborazioni industriali.
Secondo Francesco Zirpoli, direttore dell’Osservatorio, le difficoltà attuali sono dovute a una riduzione generalizzata delle commesse, soprattutto per i fornitori di Stellantis. Tuttavia, le aziende che investono in innovazione e si espandono all’estero sono quelle con le maggiori prospettive di crescita nel prossimo triennio, anche se, come sottolinea sottolinea il responsabile della survey e dell’analisi dati, Giuseppe Calabrese, “perdurano tuttavia le difficoltà a trovare personale adeguato soprattutto per le posizioni più qualificate come è evidenziato dalla richiesta di politiche industriali. Inoltre, si segnala una carente relazione con le istituzioni finanziarie per favorire l’innovazione”.
Clicca qui per iscriverti al nostro canale Telegram
Clicca qui per mettere "mi piace" alla nostra pagina Facebook
Riproduzione riservata © - MM