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Italiano al volante, pericolo costante? I brutti comportamenti alla guida
Dall’ultima indagine di Altroconsumo sulle abitudini alla guida non emerge un quadro particolarmente felice sugli automobilisti italiani.
Italiano al volante, pericolo costante? Speriamo proprio di no, ma senz’altro l’ultima indagine di Altroconsumo dovrebbe indurre a riflettere sui numerosi comportamenti sbagliati lungo le nostre strade. L’associazione ha interpellato oltre 1.700 automobilisti italiani, chiedendo loro di descrivere il proprio stile al volante: ne sono emersi abitudini diffuse che violano le norme stabilite dal Codice della Strada e le regole di buon senso, come, ad esempio, la distanza di sicurezza, che oltre il 50 per cento del campione ammette di ignorare.
Dall'(ab)uso dello smartphone alla guida in stato di ebbrezza: le cattive condotte
Il punto più basso concerne l’uso dello smartphone: il 27 per cento dei conducenti confida di spedire messaggi mentre è al volante e il 17 per cento lancia un occhio allo schermo; i principali responsabili sono i giovani, visto che la quasi metà della fascia dai 18 ai 25 anni messaggia durante la circolazione.
Altro atteggiamento da rivedere concerne la guida in stato di ebbrezza. Malgrado la netta maggioranza (87 per cento) lo ritenga davvero pericoloso, il 13 per cento rivela di mettersi in viaggio pure dopo aver assunto sostanze alcoliche. Che giustifica tale condotta nella convinzione sia sufficiente la prudenza per ridurre notevolmente il rischio di provocare incidenti; inoltre, un elemento decisivo è la scarsità di controlli e il rischio considerato particolarmente basso di incorrere in sanzioni.
La stanchezza è, poi, campanello d’allarme da non sottovalutare, diversamente dalla tesi perorata dal 26 per cento delle persone chiamate in causa. Certo, i veicoli moderni dispongono oggi di dotazioni tecnologiche atte a rilevare dalla postura del conducente se sussiste un pericolo. Eppure, il riposo è l’unico rimedio efficace contro gli improvvisi (e potenzialmente fatali) colpi di sonno: basta una breve sosta.
Passiamo alle cinture di sicurezza, l’ennesima nota dolente: se il 90 per cento spiega di usarle sempre fuori dal centro urbano, qui il valore scende al 76 per cento. Relativamente ai limiti di velocità, il 71 per cento dichiara di superare i 70 km/h nel contesto cittadino, quando il limite rimane sempre di 50 km/h; in autostrada, ben il 43% mette il piede a tavoletta e si spinge oltre la soglia consentita dei 130 km/h. Anche qui concorre al comportamento la quasi certezza di non ricevere multe: un intervistato su cinque reputa l’eventualità alquanto remota.
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