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Auto, preoccupazione per il futuro dell’industria in Italia: “difficile invertire la rotta”
Il governo e il sindacato FIOM-CGIL convengono su un punto: l’industria delle auto in Italia ha un futuro nebuloso.
A Rapallo, in occasione dell’incontro tra i giovani di Confindustria, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha messo in guardia sul futuro dell’auto. “È difficile invertire la rotta – ha spiegato alla kermesse – ma noi ci riusciremo con una politica industriale che salvaguardi l’indotto italiano, perché la straordinaria filiera dell’automotive italiano, con l’attuale politica industriale sarà strangolata e non ce lo possiamo permettere”.
Di conseguenza, sono alle prese con i preparativi del “piano nazionale sull’automotive. E mi auguro – ha aggiunto Urso – di chiudere prima della pausa estiva l’accordo di transizione, che sia un accordo di crescita, con la principale multinazionale dell’auto europea Stellantis”.
L’obiettivo di produzione
Non meno allarmato è il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, pronto a interrogarsi se “siamo in un processo di transizione o di dismissione della produzione di mobilità nel nostro Paese”. Intervenuto nel corso di un evento sulla mobilità sostenibile a Milano, il sindacalista ha affermato: “La situazione della mobilità sostenibile in Italia è molto preoccupante perché abbiamo un ritardo rispetto agli altri Paesi europei”. Le difficoltà non sono figlie solo dell’ultimo periodo, bensì “vanno avanti da più di 10 anni”, sicché “produciamo meno di 500mila vetture e non abbiamo più l’industria degli autobus”.
“Bisognerebbe tornare a produrre 1,8 milioni di veicoli – ha indicato De Palma – perché noi abbiamo la capacità installata per farlo e possiamo produrre migliaia di autobus negli stabilimenti di Bologna e a Flumeri (Avellino)”.
Il netto divario tra le auto costruite e quelle immatricolate inquieta Urso. Che ha tenuto a sottolineare come la politica del Governo sia “molto chiara” e preveda di “produrre più auto in Italia con un accordo di transizione fermo, significativo, trasparente, comunicato al mercato e ai cittadini di quante auto si produrranno nei prossimi anni”. In risposta alla situazione venutasi a creare, Fiom ha indetto uno sciopero di 4 ore per il prossimo 4 luglio.
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