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Auto elettriche Europa: nel 2025 l’import (dalla Cina) supererà l’export
Secondo le stime della società di consulenza PwC, a partire dal 2025 gli import di auto elettriche dalla Cina supereranno l’export.
La transizione ecologica pone a repentaglio uno dei pilastri dell’economia europea, vale a dire il surplus nell’esportazione dei veicoli. Almeno è quanto sostiene la società di consulenza PwC, che in un report della sua unità tedesca fa scattare un nuovo allarme sull’invasione delle auto elettriche fabbricate in Cina e corrobora le preoccupazioni espresse pure nell’ultimo periodo da vari alti dirigenti delle Case, compreso il numero uno di Stellantis, Carlos Tavares.
“Mentre i produttori cinesi vendono sempre più Bev in Europa”, scrivono gli autori dello studio, “sia i costruttori europei che quelli americani stanno spostando in modo crescente la loro produzione di elettriche in Cina, trasformando il ruolo dell’Europa da esportatore a importatore di automobili”.
Nel dettaglio, PwC crede che nel Vecchio Continente potranno essere commercializzati quasi 800 mila esemplari “Made in China” già nel 2025, di cui oltre 330 mila di brand europei. Si tratta di una netta crescita sia in confronto al 2021, quando le bev importate dalla Cina furono appena 35 mila, sia alle previsioni per quest’anno. Difatti, il documento pubblicato stima un immediato raddoppio a 66 mila auto elettriche. I numeri di vendita si tradurranno per l’Europa intera in un deficit commerciale superiore a quota 221 mila unità per il 2025.
Equilibri che mutano
“I produttori europei stanno ancora affrontando problemi con le consegne e si stanno concentrando principalmente su modelli di elettriche nel segmento premium. I cinesi, invece, hanno ottimizzato e sviluppato ulteriormente i loro prodotti nel mercato interno, tanto da portare ora in Europa modelli economici e tecnologie innovative”, chiarisce Felix Kuhnert, Partner e Automotive Leader di PwC Germany.
“Per mantenere le loro strutture, sfruttare lo slancio della transizione elettrica e continuare a beneficiare delle economie di scala, i costruttori europei devono contrastare questo trend e tenere sotto controllo le catene di approvvigionamento e accelerare i processi di sviluppo e produzione in patria e all’estero”, ha concluso Kuhnert.
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