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Aston Martin Vanquish: i motivi di una rinuncia inaspettata
La strategia per il mercato e il ruolo delle difficoltà finanziarie nella decisione di Aston Martin di non produrre la Vanquish V6.
Nell’impervio cammino del recupero finanziario, Aston Martin sceglie di alimentare il motore della ripresa puntando su solidi pilastri di successo. Tra questi, la SUV DBX, veicolo che sembra avere tutte le carte in regola per conquistare il mercato dei SUV di superlusso ad alte prestazioni. Un credo condiviso anche dalla cinese Geely, tanto da investire ulteriormente nella società inglese, aumentando la sua quota azionaria al 17%. Questo a testimonianza della fiducia riposta nel potenziale di crescita dell’Aston Martin.
L’azienda britannica, guidata da Lawrence Stroll, ha in cantiere otto nuovi modelli che vedranno la luce entro i prossimi due anni. Tra questi, il primo sara’ l’erede della coupé DB11, che verrà svelato il 24 maggio. A questi si aggiungono nuove varianti della DBX e dell’hypercar Valhalla, che rimarrà in produzione per diversi anni, con una tiratura limitata di 999 esemplari.
Il sogno interrotto della Vanquish
Tuttavia, tra gli audaci progetti di rilancio, c’è una nota di rammarico. Per far fronte alle limitate risorse disponibili, Aston Martin ha deciso di abbandonare l’idea della nuova Vanquish a motore centrale. Un progetto ambizioso che avrebbe potuto posizionare l’azienda britannica come contendente di peso contro rivali del calibro di Ferrari 296 GTB, McLaren 750S e l’erede dell’attuale Lamborghini Huracán.
Il disegno di una nuova Aston Martin Vanquish era stato avviato durante la gestione di Andy Palmer, puntando a una maggiore quota di mercato. Tuttavia, i ritardi nello sviluppo del nuovo motore V6 biturbo hanno compromesso la realizzazione di tale progetto.
Il passaggio della poltrona di amministratore delegato a Tobias Moers, ex numero uno della Mercedes-AMG, ha portato a decisioni cruciali. Moers, infatti, di fronte ai ritardi nello sviluppo del nuovo motore, ha deciso di optare per il 4.0 V8 biturbo costruito dal reparto sportivo della casa di Stoccarda.
Quest’ultimo passo, tuttavia, non è bastato. Di fronte alle sfide economiche e tecniche, l’Aston Martin, oggi guidata dall’italiano Amedeo Felisa in qualità di CEO, ha deciso di accantonare il progetto della nuova supercar a motore centrale. Un sogno che, almeno per ora, rimarrà tale.
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