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Assicurazione auto 2022: tracollo classi merito causa sinistri
Brutte notizie per gli italiani sul fronte dell’assicurazione auto. Difatti, circa 800 mila automobilisti subirà un rincaro nel 2022.
Secondo il rapporto di Facile.it, saranno circa 800 mila gli automobilisti che, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel 2021, vedranno quest’anno peggiorare la propria classe di merito, con relativo incremento del costo dell’assicurazione auto. Dopo aver analizzato un campione di quasi 700 mila preventivi a dicembre 2021, il comparatore è giunto alla conclusione che il numero dei guidatori colpiti dai rincari è in crescita del 12 per cento in confronto all’anno precedente, per via dell’incremento dei veicoli in circolazione e dei sinistri stradali.
Almeno per il momento, invece, rimangono ancora su livelli minimi le tariffe per i conducenti virtuosi. Stando alle stime diffuse da Facile.it, nel corso del mese di dicembre 2021 per assicurare una vettura occorrevano, in media, 427,16 euro, per un -9,43% rispetto a dicembre 2020 e un -20,3% su dicembre 2019.
“Attenzione – ha però spiegato Andrea Ghizzoni, Managing Director Insurance di Facile.it. – perché anche questo idillio potrebbe presto finire. Le tariffe godono ancora oggi del calo degli incidenti stradali rilevato per tutto il 2020, ma con il 2021 i sinistri hanno ricominciato a salire e, in virtù di ciò, ci aspettiamo che i premi assicurativi tornino a crescere, con rincari che secondo le nostre stime potranno arrivare anche a 35-40 euro per ciascun automobilista”.
Le stime per regione
Se sulla scena nazionale la percentuale di automobilisti che ha dichiarato un sinistro con colpa corrisponde al 2,47 per cento, dal resoconto regionale emergono valori sensibilmente diversi. Esaminando la graduatoria occupa il gradino più alto del podio la Liguria, dove il 3,27 per cento vedrà un rialzo del costo dell’assicurazione auto. Seguono i conducenti di Toscana (2,92%) e Sardegna (2,90%). Le percentuali più basse sono state, al contrario, rilevate in Basilicata (1,99%), Friuli-Venezia Giulia (1,95%) e Calabria (1,56%).
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