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Sistema ESP auto: cos’è e come funziona
Il Controllo Elettronico della Stabilità (ESP) è ormai presente su ogni auto moderna, vi spieghiamo esattamente cosa è e come funziona.
ESP è un acronimo che sta a significare Elektronisches Stabilitatsprogram, in Italia questo sistema di sicurezza è chiamato anche ESC, ovvero Electronic Stability Control. Il brevetto, come si intuisce dal nome “originale”, ha origine tedesca, ed è stato messo a punto per la prima volta dall’azienda Bosh.
Cerchiamo di comprendere il significato di questo innovativo sistema di sicurezza, e qual è il suo principio di funzionamento.
Come funziona il Controllo Elettronico della Stabilità
Questo dispositivo di sicurezza si attiva in caso di sbandata e durante la fase di accelerazione, agendo sulla moderazione della potenza del motore e frenando le ruote singolarmente. In pratica ad ogni ruota viene applicata una diversa intensità per la frenata, e di conseguenza l’assetto del veicolo si stabilizza, e la probabilità di perdere il controllo del mezzo, sbandare o finire in testa coda, si abbassa notevolmente.
Per potersi attivare nel momento opportuno il controllo elettronico della stabilità è collegato e utilizza diversi sensori. Alcuni esempi sono i sensori di velocità, i sensori di frenata, gli accelerometri e la lettura dell’angolo di sterzata, allo stesso modo dell’ABS. In pratica le azioni che l’ESP svolge sulla vettura sono due, la riduzione della coppia per ridurre la potenza del motore, in aggiunta al controllo della pressione sulle pinze dei freni delle singole ruote, per regolare al meglio la frenata.
Le situazioni in cui questa tecnologia viene attivata sono svariate, come nel caso di guida sulla neve, ma anche sull’asfalto nei casi in casi in cui si verifichino situazioni di sottosterzo o sovrasterzo.
Differenze tra ESP e ABS
Il controllo elettronico delle stabilità non sostituisce il lavoro fatto dall’ABS (Antiblockiersystem), fa anzi i due dispositivi lavorano in sinergia. Il sistema anti bloccaggio, infatti, entra in azione in caso di frenata, mentre il dispositivo ESP si attiva in fase di accelerazione.
Lo scopo è lo stesso, ovvero regolare la stabilità del mezzo ed evitare di perderne il controllo, quello che cambia è il momento di azione dei due dispositivi. I sensori utilizzati invece sono gli stessi per entrambi, così come l’elettronica.
I primi modelli con la tecnologia ESP
La prima volta che fu montato l’ESP su una macchina era il 1995, e fu introdotto dalla Bosch su una Mercedes Classe S.
Successivamente, vista la sua efficacia e la sua utilità, si è diffuso in moltissime altre vetture di moltissime altre case automobilistiche, anche se con nomi a volte diversi, come controllo dinamico del veicolo o controllo di stabilità e trazione. Dal 2011 è invece diventato di serie su tutte le vetture, ed è diventato un dispositivo obbligatorio per ogni macchina.
ESP guasto
Come ogni tecnologia che si avvale di una moltitudine di sensori e di un’elettronica molto elaborata, anche per l’ESP auto le possibilità di guasto non sono così remote.
La maggior parte delle volte il malfunzionamento viene segnalato sul quadro strumenti, questo lo si può notare nel caso in cui la spia ESP continua ad accendersi, lampeggiare o ad avere un comportamento anomalo. In questo caso è opportuno recarsi il prima possibile in officina per riparare e sopperire al problema. In caso di ESP non funzionante, spesso viene limitata la coppia erogata sulle ruote motrici, e la guida in generale è meno sicura.
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