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Auto cinesi: così puntano a conquistare l’Europa
Le auto cinesi mirano a conquistare il mercato europeo, con un piano d’azione già programmato, orientato agli esemplari elettrici.
Ormai si fa sul serio. L’Europa entra definitivamente nel mirino delle auto cinesi, pronte a diventare protagoniste nei prossimi anni. Fin da oggi le Case tengono ritmi davvero sostenuti, potenzialmente in grado di mettere a repentaglio la solidità dei tradizionali marchi sul loro stesso terreno. Il numero di Costruttori del Paese asiatico determinato a rubare la scena è in perenne sviluppo: BYD, Geely, Seres e SAIC sono solo alcuni dei nomi chiamati in causa. Delle potenze con numeri ragguardevoli e soprattutto con forti ambizioni.
Aprendo con SAIC, la strategia vincente è stata l’acquisizione della britannica MG avvenuta 15 anni fa: da lì in poi le immatricolazioni registrate dal brand in Europa sono lievitate di anno in anno, fino a toccare quota 52 mila nel 2021. Il conglomerato non si adagia però sugli allori, bensì è proiettato al domani, tanto da avere presentato una gamma al 100 per cento elettrica, di ottima fattura sotto il profilo tecnologico ed estetico.
Ancora più avanzato è lo stato dei lavori di BYD, giunta in cima al mondo nel primo semestre del 2022 battendo la Tesla. Adesso si pensa al Vecchio Continente. In che modo? Attraverso il lancio di tre modelli partendo dalla Scandinavia, per poi compiere l’ingresso in Francia, Germania, Inghilterra e nelle Nazioni mediterranee.
Il suv U5 di Aiways rafforza la competitività
Nei piani di BYD per l’Europa spicca pure l’edificazione di Gigafactory incentrate sulla realizzazione di vetture elettriche, nello specifico modelli accessibili per fare breccia nel mercato dei volumi di massa. E l’elenco potrebbe andrebbe avanti a lungo. Tra le auto cinesi dal forte appeal, il suv U5 di Aiways, sbarcata in Italia distribuita da Koelliker. E non bisogna neppure dimenticarsi di Seres, in grado di vendere il suo primo EV, annunciando l’arrivo di altri cinque entro la fine del 2022.
A lanciare l’allarme tre anni fa era stato il numero uno di Renault, Jean-Dominique Senard, come ricorda Il Corriere della Sera stamattina: “Le vetture cinesi sono attualmente ad un punto fermo, ma se non acceleriamo il passo tra qualche anno non avremo più occhi per piangere”.
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