Sport
Red Bull e il ‘no’ a Porsche: “scampato pericolo”
Il team principal della Red Bull, Christian Horner, ha spiegato i motivi dietro alle trattative interrotte con la Porsche.
Ormai sembrava fosse giusto una questione di formalità l’accordo tra Porsche e Red Bull per competere fianco a fianco in Formula 1. Le parti avevano individuato nel Gran Premio di Casa della scuderia di Milton Keynes l’occasione per annunciare il sodalizio a partire dal 2026, quando il regolamento della F1 subirà l’ennesima rivoluzione. Un annuncio slittato poiché la FIA non aveva ancora ratificato le modifiche. Passo decisivo giunto soltanto a metà agosto e durante il fine settimana di Spa-Francorchamps il team Audi ha ufficializzato l’approdo nella competizione fra quattro anni.
Una questione di indipendenza e autarchia
Bocche cucite, invece, sulla Porsche. Così è stato per altre due settimane, finché nel corso del Gran Premio d’Italia, disputato all’Autodromo di Monza, è stato rilasciato il comunicato dove si rende nota l’interruzione definitiva dei negoziati. Il team principal della Red Bull, Christian Horner, è certo che il progetto sia possibile portarlo avanti, anche senza il supporto di una casa costruttrice.
“Abbiamo ritenuto potenzialmente pericoloso legarci ad una casa automobilistica che avrebbe potuto rallentare una delle nostre caratteristiche, ovvero essere semplicemente una squadra corse che pensa esclusivamente a correre e che prende decisioni tenendo in considerazione soltanto aspetti strettamente legati al mondo del racing – ha dichiarato Horner ai microfoni di Sky Sports Uk – perciò in definitiva abbiamo voluto preservare la nostra natura e il nostro dna che ci ha permesso di raggiungere già notevoli successi“.
In aggiunta all’indipendenza, pure l’autarchia si è rivelata un fattore decisivo nel far tramontare i negoziati con Porsche: “Ci siamo anche chiesti cosa avrebbe aggiunto Porsche che già non abbiamo – ha aggiunto Horner – dopo tutte le valutazioni del caso abbiamo stabilito di avere già tutto quello che ci serve per realizzare telaio e motore sotto lo stesso tetto. Non dipendiamo da nessuno, stiamo spingendo e guardando avanti con grande entusiasmo al progetto power unit 2026″.
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