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Settore auto, Giorgetti: “Sempre più pressioni”
Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ribadisce supporto al settore auto, messo sempre più sotto pressione.
Il futuro del settore auto in Italia continua ad apparire tanto incerto quanto complicato. La decisione del Parlamento dell’Unione Europea di porre il bando alla commercializzazione di nuove vetture con motore a combustione interna a partire dal 2035 riguarderà, ça va sans dire, pure la nostra penisola, nonostante diversi portatori di interesse abbiano già preso una posizione contraria al provvedimento, anche tra le fila dell’esecutivo. Delle riserve non fini a sé stesse, visto che nelle scorse settimane il Governo ha proposto, in compartecipazione con altri Stati membri, un rinvio del divieto al 2040.
Tuttavia, la Commissione ha dato un sonoro due di picche, pur aprendo la porta all’eventuale impiego di soluzioni alternative all’elettrico. Qualora i biocombustibili, l’ossigeno e persino l’ibrido, nonché i relativi sviluppi, diano buone risposte sul campo allora se ne potrebbe riparlare. Forse godranno di una proroga speciale i produttori di supercar, la cui tiratura massima annua è di 10 mila unità fabbricate. La Motor Valley ringrazierebbe.
Dalla parte degli operatori della filiera
Comunque, almeno a livello di dichiarazioni ufficiali, il più scettico sulla decisione intrapresa è il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che, a nome del dicastero presieduto, ha garantito per l’ennesima volta sostegno al settore.
“Il ministero dello Sviluppo economico è fortemente impegnato a supportare l’industria automobilistica per affrontare la transizione verde e digitale – le sue parole riportate da Ansa – Il settore infatti deve far fronte a pressioni crescenti, e merita la massima attenzione per le sue implicazioni industriali, sociali, infrastrutturali e finanziarie”.
Giorgetti ha evidenziato come l’Unione Europea abbia decisamente alzato l’asticella in termini di sostenibili, anche per l’obiettivo annunciato di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. “Se da un lato è facile fissare un obiettivo, ben più impegnativo è mettere in campo un piano solido per conseguirlo – ha concluso – Per questo stiamo lavorando a livello europeo, nazionale e regionale al fine di costruire una politica industriale sul settore automobilistico, affinché gli ecosistemi industriali e l’indotto filiere abbiano tutti gli strumenti per rimanere competitivi”.
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