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Gran Bretagna, mercato auto giugno: mai così male dal 1996
Il mercato automobilistico di giugno in Gran Bretagna segna il record negativo degli ultimi 26 anni: unica nota positiva le elettriche.
Se la produzione automobilistica riprende a crescere in Gran Bretagna, lo stesso non si può dire riguardo al mercato locale. Lo scenario inerente alla commercializzazione di nuove vetture rimane ampiamente negativo, con 140.958 immatricolazioni a giugno, il 24,3 per cento in meno nel confronto mese-su-mese-col 2021. Comunque, non preoccupa tanto la flessione rispetto al 2021, quanto semmai i valori assoluti. Difatti, un giugno tanto negativo dal punto di vista dei numeri in Gran Bretagna non capitava più dal 1996, ovvero 26 anni fa.
La SMMT, ente occupatosi di raccogliere i numeri, imputa tale situazione alla continua crisi dei microchip (ma anche di altre componenti essenziali) e di restrizioni legate al Coronavirus in Cina. Le continue interruzioni alla catena di approvvigionamento maturate nello Stato asiatico hanno avuto delle ripercussioni sulla Gran Bretagna. La flessione nel sesto mese del 2022 ha colpito in modo più o meno accentuato qualsiasi alimentazione. Ad accusare il peggiore contraccolpo le vetture ibride plug-in, con appena 7.714 immatricolazioni, per un meno 36,5 per cento.
Si salvano gli EV
Non è andata granché meglio al comparto benzina: nonostante rimanga per ampio distacco in cima alle preferenze con 62.005 consegne e un market share del 44 per cento, ha riportato una riduzione di 24.406 unità vendute rispetto a giugno dello scorso anno. L’unico segmento a chiudere in positivo è stato quello degli EV, con 22.737 esemplari piazzati in più, per una crescita del 14,6 per cento.
“La carenza di semiconduttori sta soffocando il mercato delle auto nuove ancora più del lockdown dello scorso anno – ha commentato Mike Hawes, il CEO della SMMT – La domanda di veicoli elettrici continua a essere l’unica nota positiva vista la quota di mercato più alta che mai raggiunta, ma la crescita di questo segmento non è ancora sufficiente per compensare i deboli volumi complessivi, i quali hanno enormi implicazioni per il rinnovamento del parco circolante e per le possibilità di raggiungere gli obiettivi generali di riduzione delle emissioni di CO2″.
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