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Elettrico, quanto mi costi! “A rischio 73 mila posti di lavoro”
Secondo le stime ANFIA, il processo di transizione verso l’elettrico rischia di provocare la perdita di 73 mila posti di lavoro.
Il processo di transizione ecologica non va affrontato in maniera univoca, puntando tutto sull’elettrico. Altrimenti il conto in termini di occupazione sarà salato, con 73 mila posti a rischio. È quanto afferma Scudieri, presidente di ANFIA, alla vigilia del pronunciamento sulle misure contenute nel pacchetto Fit for 55. In sessione plenaria al Parlamento europeo le istituzioni interverranno sulle riforme climatiche, contententi, fra l’altro, lo stop alla commercializzazione di vetture con motori a combustione dopo il 2035.
Durante il suo intervento all’Assemblea Pubblica ANFIA a Firenze, il presidente dell’associazione di settore, ha promosso un approccio organico per la decarbonizzzione. In caso contrario, le prime parti svantaggiate sarebbero i lavoratori dell’automotive. Difatti, l’intera filiera ne pagherebbe il prezzo, senza sconti. “In Italia abbiamo stimato la perdita di circa 73.000 posti di lavoro nei prossimi anni, non compensati dalle circa 6.000 nuove posizioni che creerà la mobilità elettrica”, ha dichiarato Scudieri.
Già in passato aveva lanciato l’allarme. Un ammonimento enfatizzato anche soffermandosi sulle alternative offerte dal processo di transizione ecologica al full electric. “Apriamoci – ha esortato il numero uno dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica – al contributo che alla decarbonizzazione della mobilità di persone e merci, individuale e collettiva, possono dare, insieme all’elettrico, i biocombustibili, i carburanti sintetici e l’idrogeno, tecnologie su cui la filiera crede tantissimo e su cui sta già facendo grandi investimenti”.
Incentivi auto migliorabili
In seguito, Scudieri ha preso parola pure sul declino del mercato interno, giudicando le politiche degli incentivi migliorabili: “Il mercato italiano ha avuto un picco positivo nel 2017, con quasi 2,2 milioni di immatricolazioni di autoveicoli, per poi subire un rallentamento nel 2018 (-3,2%) e nel 2019 (+0,5%) e arrivare, nel 2020, ad un crollo del 26,6% a seguito della pandemia. Nel 2021, nonostante il confronto con un anno pessimo, la crescita (+6,7%) non è stata tale da tornare ai volumi pre-Covid”.
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