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Volkswagen: nel mirino due JV con società cinesi
La Volkswagen viene messa sotto torchio dalle istituzioni statunitensi per due JV con società cinesi, accusate di violare i diritti umani.
Il gruppo Volkswagen si appresta ad affrontare una serie di questioni negli Stati Uniti. In particolare, il colosso tedesco sarebbe sotto indagine per alcune potenziali joint-venture con società cinesi, accusate di avere precedenti di violazione di diritti umani, quali lavori forzati e tratta di esseri umani. A pretendere spiegazioni da Wolfsburg sarebbe stato il senatore statunitense Marco Rubio. Il membro del partito repubblicano pretende che la compagnia spieghi la propria decisione di stipulare accordi con le due aziende cinesi sotto accusa. Accordi che riguardano la fornitura di nichel, cobalto, litio e altri materiali necessari per la fabbricazione di batterie.
Come scrive Autonews, l’inchiesta del senatore repubblicano metterebbe nel mirino la Tsingshan Holding Group Co. e la Zhejiang Huayou Cobalt Co. A quanto pare, sarebbero tali realtà a commettere le azioni incriminate. Le operazioni eticamente dubbie sarebbero state state effettuate nel sud-est asiatico e in Africa. Attualmente è in corso un dibattito sulle questioni umanitarie nelle catene di approvvigionamento dei materiali occorrenti per la tecnologie dell’energia a zero emissioni.
Difatti, rimane sempre forte la dipendenza dalla Cina e così si ha a che fare con metalli provenienti da zone o Paesi ecologicamente sensibili. Delle realtà territoriali dove il lavoro minorile nelle miniere di cobalto è risultato essere un problema (e in numerosi casi lo è tuttora).
I capi di imputazione
I capi di imputazione mossi da Rubio nei riguardi delle realtà cinesi sono chiari. A cominciare da Huayou, che si sarebbe macchiata di lavoro forzato e traffico di esseri umani, per l’esattezza di bambini, presso le sue miniere di cobalto nella Repubblica Democratica del Congo.
Invece, Tsinghshan gestisce miniere di nichel e litio in Indonesia, che comportano gravi danni all’ecosistema della foresta pluviale. Qualcosa di particolarmente dannoso per la biodiversità, secondo quanto riferiscono gli esperti. Al momento, Volkswagen ha preferito evitare di rispondere, ma ha promesso di fornire entro breve ogni spiegazione in merito.
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