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Tesla, Gigafactory di Shanghai: oltre 40 mila auto esportate a gennaio
Nel mese di gennaio la Gigafactory di Shanghai di Tesla ha messo a segno degli eccellenti numeri e le premesse inducono a pensare positivo.
Che la Cina occupi un ruolo centrale nelle strategie della Tesla ben lo sappiamo. Non c’è però niente di meglio dei freddi numeri per dimostrarlo, ancora una volta. Attraverso un comunicato diffuso lunedì 14 febbraio, la Gigafactory di Shanghai ha esportato oltre 40 mila unità elettriche nel mese di gennaio 2022, assicurando il suo status quale uno dei principali hub di esportazione del Costruttore statunitense specializzato nella realizzazione di vetture elettriche.
Se continuerà allo stesso ritmo la compagnia migliorerà nettamente il record storico stabilito un anno fa. Quando toccò quota 484.130, con un incremento del 235 per cento rispetto al 2020 e del 51,7 per cento della capacità produttiva globale di Tesla. Nel mese di gennaio 2022, lo stabilimento di Shanghai ha, infatti, maturato 59.845 veicoli consegnati.
Le difficoltà non fermano la corsa
I piani di crescita dell’azienda stanno avendo dei concreti e tangibili riscontri, nonostante non ci si trovi notoriamente in uno dei periodi più floridi e facili per l’industria dei motori. Difatti, i problemi di carattere logistico, legati soprattutto all’approvvigionamento dei cosiddetti microchip, pesano sull’operato di qualsiasi società operativa nel settore.
La stessa creatura di Elon Musk ha segnalato dei forti disagi nel recente passato, con i tempi di soddisfacimento degli ordini inevitabilmente allungati. Il risultato conseguito a gennaio 2022 suscita l’ottimismo generale, anche se prima di cantar vittoria occorrerà, naturalmente, attendere gli effettivi sviluppi. Perché sono tante le questioni delicate da affrontare, alcuni totalmente al di fuori del margine di manovra del marchio a stelle e strisce.
Lo scorso anno, la fabbrica di Shanghai ha messo a segno più di 160 mila vetture consegnate ai mercati esteri, assolvendo le esigenze di oltre 10 Paesi e regioni in Europa e Asia. Ergo, il rendimento avrà sicuramente delle ripercussioni pure in quanto all’Italia: le rilevazioni inducono all’ottimismo.
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