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I grandi rimpianti dell’automotive italiano: questi 5 modelli ci hanno spezzato il cuore

Ecco i grandi rimpianti dell’automotive italiani. Questi modelli avrebbero potuto dare tanto e invece, è successo l’opposto.
Non tutte le automobili che lasciano la lavagna delle bozze del progettista diventano dei grandi successi commerciali. Peccato che alcune non siano nemmeno arrivate ad avere questa possibilità.
Oggi, daremo uno sguardo – impietoso – a cinque grandi progetti dell’automotive italiano che purtroppo, non hanno avuto seguito benché fossero molto interessanti, innovativi e in alcuni casi, anche potenziali successi. Partiamo dal primo col botto!
Lancia Hyena
Per la prima vettura, scegliamo un’auto che ha avuto effettivamente una piccola produzione in serie ma che avrebbe potuto tranquillamente conoscere un vero successo. Un po’ come il modello da cui è derivata. Ideata come sostituta del leggendario modello, la Lancia Hyena del 1992 avrebbe dovuto sostituire la Lancia Delta Integrale, una vettura che non era affatto facile da rimpiazzare a dirla tutta.
Disegnata da Zagato che la ribattezzò Hyena per l’aspetto muscoloso e muscoloso che ricordava l’animale che caccia in branco, la vettura doveva montare un propulsore a quattro cilindri da 250 cavalli, cambio a cinque rapporti e un compressore Garrett. Ad oggi, ne risultano costruite appena 25 unità che valgono uno sproposito per i collezionisti.
Lamborghini Estoque
Probabilmente, visto il successo che ha avuto la Lamborghini Urus, l’arrivo della quattro porte di cui parliamo avrebbe portato grandi introiti al marchio di Sant’Agata. La Lamborghini Estoque del 2008 era una intrigante berlina lunga cinque metri, lussuosa e dotata di un motore potentissimo.

La particolarità della Estoque erano sicuramente le sue cinque porte, una grande novità per Lambo che da anni non produceva un mezzo di questo tipo. Dotata di un V10 da ben 565 cavalli di potenza, la vettura fu prodotta in un unico prototipo, senza alcun seguito.
Alfa Romeo Kamal
Altro veicolo che avrebbe potuto conoscere un successo enorme considerando come sono andate le cose poco tempo dopo, è l’Alfa Romeo Kamal presentata nel 2003. Ideata dall’Elasis al Salone di Ginevra, la vettura era un rivoluzionario B-SUV lungo circa 4 metri che avrebbe anticipato di decenni sia la Junior che la Tonale, finora, grandi successi commerciali per il Biscione.
Il mezzo si ispirava alla Alfa 147 ed aveva una bassissima resistenza all’aria con un design a “nuvola” fuori di testa. Il suo motore V6 da 250 cavalli per 200 chilometri all’ora avrebbe sicuramente regalato grandi emozioni ai clienti, se solo l’auto fosse mai stata commercializzata.
FIAT Oltre
Ricordate la storica Campagnola? La FIAT Oltre del 2005 era un tentativo di tornare nel campo dei fuoristrada in stile americano, cavalcando la moda dell’Hummer che imperversava in quegli anni. Difficile immaginarlo, eppure, parliamo di una FIAT con dimensioni gigantesche: lunga 4,8 metri, pesante 3,5 tonnellate, la Oltre si basava sull’IVECO Lince, un veicolo militare.
Dotato di un robusto telaio con struttura tubolare, tre differenziali bloccati autonomamente e cinque posti a bordo, il veicolo poteva superare pendenze di ben 85 gradi. Specifiche degne di un mezzo militare, per l’appunto. Tuttavia, non ebbe un seguito.
Ferrari Pinin
Un ultimo grande rimpianto è la Ferrari Pinin meglio nota come 521BB fu una delle ultime automobili bocciate dal “Drake” in persona per scarso gradimento verso l’idea. Disegnata da Diego Ottina e Leonardo Fioravanti, la vettura era una cinque posti dalla linea avanguardista basata su alcuni elementi della Ferrari 512 e della Ferrari 400GT con un motore originale da 360 cavalli che avrebbe garantito ottime prestazioni.
L’auto era molto avveniristica ma anche difficile da produrre e lo stesso stabilimento dove avrebbe dovuto essere costruita sarebbe andato in difficoltà nel costruirla in serie. Forse, è meglio che sia rimasta un sogno ad occhi aperti, allora. Come tutti i modelli citati in questo articolo.
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