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Un nuovo polimero potrebbe permettere di fare 5.000 km con una carica

Un team di ricercatori sudcoreani ha sviluppato una tecnologia che potrebbe rivoluzionare il settore delle auto elettriche. Ecco quale.
Le promesse di autonomie straordinarie per le auto elettriche non sono più un sogno lontano, ma una realtà che potrebbe cambiare il panorama della mobilità. Se attualmente le auto elettriche di fascia media offrono autonomie che vanno dai 300 ai 500 km, la scoperta di ricercatori sudcoreani potrebbe segnare un punto di svolta: 5.000 km con una sola carica. Sebbene al momento questa promessa sembri fantascientifica, dietro c’è un gruppo di ricercatori delle università di Pohang e Sogang che hanno appena fatto una scoperta che potrebbe portare a questa straordinaria rivoluzione.
Il segreto: l’innovazione dell’anodo in silicio
Il cuore della scoperta risiede in un nuovo tipo di legante polimerico per il materiale dell’anodo. Le batterie agli ioni di litio tradizionali utilizzano la grafite come materiale anodico, ma il team sudcoreano ha trovato una soluzione alternativa, proponendo l’uso di un anodo in silicio. Questo nuovo anodo promette di avere una capacità “almeno dieci volte superiore” rispetto alla grafite, senza compromettere la stabilità e l’affidabilità della batteria. Il professor Soojin Park, a capo della ricerca, ha dichiarato che con il silicio è possibile “decuplicare l’autonomia” delle auto elettriche, rendendo finalmente tangibile la possibilità di percorrere lunghe distanze senza ricariche frequenti.
La sfida del silicio: espansione e stabilità
Sebbene il silicio possieda una capacità energetica ben superiore rispetto alla grafite, il suo utilizzo ha incontrato difficoltà significative in passato. Durante il processo di reazione con il litio, infatti, il silicio tende ad espandersi notevolmente, causando potenziali danni alle batterie. È qui che il ruolo dei leganti polimerici si fa fondamentale: questi nuovi materiali sono in grado di controllare l’espansione del silicio, mantenendo la batteria sicura e performante. I leganti polimerici sfruttano forze fisiche come i legami a idrogeno e le forze di Coulomb per garantire che l’espansione del silicio non comprometta la struttura della batteria.
Le potenzialità e le sfide future
Nonostante l’entusiasmo per questa nuova tecnologia, i ricercatori ammettono che ci sono ancora molte questioni da risolvere. La principale incognita riguarda la produzione in serie di queste batterie con le nuove tecnologie. Sarà possibile produrle su larga scala? E, soprattutto, i costi saranno compatibili con quelli di mercato? Questi interrogativi continuano a suscitare cautela, ma le potenzialità sono evidenti. Parallelamente, in Cina, il colosso Huawei ha annunciato lo sviluppo di batterie allo stato solido con una capacità di autonomia di 3.000 km e ricarica ultrarapida, portando un ulteriore elemento di competizione nel settore delle batterie ad alta densità energetica.
Le aziende cinesi e la corsa alle batterie avanzate
Le innovazioni non provengono solo dalla Corea del Sud. Le aziende cinesi, in particolare, stanno facendo grandi passi avanti nel campo delle batterie. Huawei ha depositato brevetti per batterie che promettono un’autonomia di 3.000 km, mentre Xiaomi sta lavorando su accumulatori con chimica allo stato solido.
Anche la CATL, leader nel settore delle batterie, ha in programma di lanciare batterie allo stato solido entro il 2027, mentre la Gotion e la Beijing WeLion stanno avviando progetti di produzione a piccola scala. Tuttavia, nonostante le promesse tecnologiche, il costo di produzione elevato rappresenta ancora un ostacolo significativo per l’adozione di massa delle nuove tecnologie.
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