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Settore auto al collasso: allarme rosso dalla Germania

La ricerca di EY rivela la perdita di oltre 100.000 posti di lavoro nelle fabbriche tedesche. Le cause, le previsioni future e le risposte del Governo.
La Germania sta affrontando una crisi occupazionale nel settore automobilistico che potrebbe avere ripercussioni pesanti sull’economia nazionale. Secondo una recente ricerca della società di revisione EY, negli ultimi dodici mesi sono andati persi oltre 100.000 posti di lavoro nell’industria manifatturiera, di cui il 45% riguarda il settore dell’automobile. Questo calo rappresenta uno shock per un paese in cui l’industria automobilistica continua a generare circa un quinto della ricchezza nazionale. Il crollo degli addetti all’automobile è particolarmente preoccupante, considerando che la Germania è da sempre uno dei principali produttori mondiali di auto, camion e furgoni.
Le cause del calo occupazionale nel settore auto
Secondo i dati dell’Ufficio statistico federale, l’occupazione nel settore industriale tedesco è diminuita dell’1,8% rispetto allo scorso anno, con una perdita complessiva di 101.000 posti di lavoro. In particolare, il settore automobilistico ha visto l’uscita di 45.400 lavoratori, pari a circa il 6% delle posizioni. Oggi, circa 734.000 persone sono impiegate nell’industria automobilistica, un numero ben al di sotto dei 900.000 lavoratori pre-pandemia. La crisi occupazionale è ancora più grave se si considera che rispetto ai livelli pre-pandemia, sono stati persi circa 150.000 posti in poco più di cinque anni. Le previsioni non sono rassicuranti: si stima che entro la fine dell’anno potrebbero essere persi altri 70.000 posti, principalmente legati alla meccanica e alla produzione di auto.
Le sfide della deindustrializzazione e le risposte politiche
Questa situazione ha alimentato i timori di una deindustrializzazione progressiva della Germania, una nazione che ha costruito il proprio successo economico sulla forza dell’industria manifatturiera e, in particolare, sulla produzione di veicoli. Nonostante i segnali allarmanti, alcuni esperti e politici suggeriscono che la crisi attuale sia solo temporanea e legata a fattori esterni, come le tensioni commerciali, i dazi e le incertezze macroeconomiche globali. Un confronto con i dati del 2014 mostra infatti un miglioramento dell’occupazione del 3,5%, pari a circa 185.000 posti. Alcuni settori tradizionali, come la chimica e la farmaceutica, continuano a mantenere buoni livelli occupazionali, ma la sfida maggiore resta quella di adattarsi alle nuove tecnologie e alle transizioni ecologiche in atto.
La trasformazione verso la mobilità elettrica e il futuro del lavoro
Il vero fattore di cambiamento per l’industria automobilistica tedesca è la transizione verso la mobilità elettrica. Secondo Stefan Bratzel, direttore del Center of Automotive Management di Bergisch Gladbach, entro la fine del decennio si prevede una riduzione del 20% della forza lavoro nel settore automobilistico, pari a circa 150.000 posti di lavoro. Gran parte di questa perdita è attribuita alla trasformazione dell’industria, con il passaggio dalla motorizzazione a combustione interna alla mobilità elettrica. Tuttavia, non tutti i posti persi saranno compensati da nuove opportunità legate alle tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, creando difficoltà per molti lavoratori storici del settore.
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