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Crisi a Mirafiori: cassa integrazione per l’intero mese di marzo
Le linee della Maserati e della 500 elettrica non si fermeranno completamente, ma lavoreranno su un solo turno. Lo ha comunicato Stellantis ai sindacati.
Nelle prossime settimane, la storica fabbrica Stellantis di Mirafiori affronterà un periodo di incertezza e difficoltà senza precedenti. Più di 3.000 lavoratori si troveranno a navigare le acque turbolente della cassa integrazione per tutto il mese di marzo, una decisione comunicata dall’azienda ai sindacati che riflette la complessa situazione economica e produttiva che il settore automobilistico sta attraversando.
Nonostante la produzione non venga completamente fermata, le restrizioni saranno significative. Le linee dedicate alla realizzazione dei prestigiosi modelli Maserati e della Fiat Nuova 500 opereranno su un unico turno, una riduzione drastica che segue l’annuncio di uno stop produttivo già previsto dal 12 febbraio al 3 marzo. Questa sequenza di rallentamenti evidenzia le difficoltà legate al calo della domanda, in particolare per il modello 500e, simbolo di innovazione e tradizione dell’automobilismo italiano.
La situazione a Mirafiori riflette le difficoltà di un settore in rapida evoluzione, dove la capacità di adattarsi e innovare sarà determinante per superare le criticità attuali e costruire le fondamenta di un futuro prospero per l’industria automobilistica italiana.
Le reazioni dei sindacati
Le reazioni dei sindacati non si sono fatte attendere, evidenziando l’importanza di questa fase critica per il futuro dell’impianto e dei suoi lavoratori. Sara Rinaudo della Fismic Confsal parla di un “segno di continuazione del periodo di sofferenza per Mirafiori”, sottolineando la necessità di un intervento governativo che, attraverso nuovi incentivi, possa stimolare la ripresa del mercato e garantire la tutela del territorio e dei suoi lavoratori.
Anche Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese, riconosce la gravità della situazione, descrivendola come “un altro dato ultranegativo” che conferma le previsioni pessimistiche già formulate. Lazzi insiste sulla necessità di interpretare il caso Mirafiori come un campanello d’allarme di rilevanza nazionale, richiedendo azioni concrete per garantire un futuro solido e sostenibile allo stabilimento.
Rocco Cutrì della Fim torinese e Luigi Paone della Uilm condividono questa preoccupazione, evidenziando l’urgenza di un cambio di strategia. Il richiamo a un “nuovo modello subito” è forte e chiaro: è necessario rivedere gli approcci produttivi e di mercato per rispondere efficacemente alle sfide attuali e future del settore automobilistico.
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