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La Brexit può frenare l’elettrificazione dell’auto? L’allarme dall’Acea
L’associazione dei costruttori auto solleva dubbi sull’accordo tra Bruxelles e Londra, chiedendo un rinvio di tre anni al regolamento.
Acea, l’associazione europea dei costruttori auto, sta lanciando un appello urgente alle autorità. Le preoccupazioni riguardano l’accordo commerciale post-Brexit tra Bruxelles e Londra, in particolare le norme che disciplinano gli scambi di veicoli elettrici. Secondo l’organizzazione, un ritardo di tre anni nell’implementazione di queste norme potrebbe evitare un danno economico potenzialmente significativo.
L’accordo tra l’UE e il Regno Unito introduce “norme di origine” per evitare l’applicazione di dazi su determinati prodotti. Al momento, le batterie prodotte in Europa possono ottenere “l’origine europea” e quindi sfuggire ai dazi doganali. Ma da gennaio 2024, la situazione cambierà: tutte le parti di una batteria, a partire dalle materie prime, dovranno essere prodotte nell’UE o nel Regno Unito per godere di tale esenzione.
Le conseguenze dei dazi e la necessità di proroga
Sigrid de Vries, direttore generale dell’Acea, sostiene che l’Europa non sia attualmente in grado di rispettare queste norme più stringenti. Nonostante gli investimenti ingenti nella filiera europea delle batterie, è necessario più tempo per sviluppare la capacità produttiva necessaria. Nel frattempo, i produttori si affidano ancora a celle e materiali importati dall’Asia.
Le stime dell’Acea prevedono che l’introduzione di un dazio del 10% sul valore di un veicolo elettrico potrebbe costare 4,3 miliardi di euro tra il 2024 e il 2026. Questo danneggerà non solo l’industria automobilistica, ma l’intera economia europea. Inoltre, l’applicazione di queste nuove regole potrebbe avere ripercussioni serie sulla produzione di veicoli elettrici in Europa, proprio quando si sta cercando di aumentare la produzione e le vendite.
L’eventuale introduzione di tariffe potrebbe costringere i produttori a ridurre la produzione fino a 480.000 veicoli, l’equivalente di due fabbriche di medie dimensioni. Nel frattempo, i veicoli elettrici cinesi già costituiscono un terzo del mercato britannico, nonostante un dazio del 10%. Se i costruttori europei dovessero affrontare la stessa tariffa, rischierebbero di perdere terreno rispetto alla concorrenza internazionale.
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