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Auto come i PC: obbligo dell’antivirus in Europa
Come i computer, nei Paesi membri dell’Unione Europa anche le auto dovranno avere un antivirus per questioni di sicurezza.
Le auto di nuova generazione sono ormai diventate dei salotti ipertecnologici. Grazie agli accordi sottoscritti con alcune delle migliori realtà specializzate nel campo, nel giro di pochi anni le aziende hanno migliorato di molto le dotazioni di bordo, fino ai giorni nostri.
Tuttavia, non è oro tutto quel che luccica. Difatti, dal punto di vista della sicurezza gli aggiornamenti OTA (over the air, via etere) possono celare alcune insidie, in grado di porre a repentaglio l’incolumità degli occupanti. Dunque, la Commissione europea ha cercato di tenere sotto controllo la situazione, tramite l’approvazione di due nuovi regolamenti (n. 155 e 156), al proposito di sollecitare l’installazione di un “antivirus”.
Le normative sono già entrate in vigore per i modelli presentati a partire dalla scorsa estate e da luglio 2024 sarà obbligatorio aderire alle regole sancite dal legislatore. Senza scendere troppo nel tecnico, vi basti sapere che per l’implementazione del malware occorre riscrivere varie parti del codice interno di gestione dei sistemi. Inoltre, sono previsti degli altri accorgimenti, riguardanti, ad esempio, la fornitura. Sebbene sia favorevole a un approccio più rigoroso, le aziende principali di settore, Continental e Bosch, serbano alcune riserve, espresse a Reuters negli scorsi giorni.
Premesso che ci sono 100 milioni di righe di codice sulle vetture dell’attuale epoca, le direttive comunitarie ne impongono la completa revisione e, laddove necessario, di riscriverle, per un investimento economico considerevole, che andrà, inevitabilmente, a ripercuotersi sul consumatore finale.
Continental favorevole
Comunque, gli operatori tendono a vedere il bicchiere mezzo pieno, come spiegato dallo chief product security and privacy officer di Continental, Mathias Dehm: “Guardando indietro di cinque anni, non esisteva alcuno standard o regolamento realmente internazionale in questo campo. Ma ora con una chiara regolamentazione dell’UNECE e anche dello standard internazionale ISO/SAE 21434, l’industria dispone di una guida migliore per garantire un livello comune di sicurezza informatica in tutto il settore”.
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