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La storica fabbrica Fiat si trasforma senza perdere il suo fascino
La celebre fabbrica Fiat di Torino si reinventa senza perdere il suo fascino storico, Lingotto, un secolo di storie e innovazione.
L’ex fabbrica Fiat del Lingotto compie 100 anni, un secolo di storia e innovazione in cui ha vissuto una profonda trasformazione. Da cattedrale industriale a centro polifunzionale, questa struttura simbolo della modernità architettonica è diventata un ponte tra il passato e il futuro della Fiat e di Torino.
Nata nel 1923 come stabilimento Fiat e inaugurata alla presenza del re Vittorio Emanuele III, la struttura del Lingotto è stata al centro della rivoluzione industriale italiana. Oggi, l’ex pista di collaudo sul tetto è diventata un giardino in alta quota con oltre 40.000 piante, un museo dedicato alla Fiat 500 e un circuito per le auto elettriche. Questa trasformazione testimonia il passaggio da città fabbrica a metropoli post-industriale.
L’ex fabbrica del Lingotto ospita oggi aule universitarie, negozi, ristoranti e hotel, e rappresenta una connessione tra il passato e il futuro non solo della Fiat, ma anche di Torino. La struttura, progettata nel 1915 da Giacomo Matté Trucco, è ancora considerata uno degli esempi più importanti di modernità architettonica in Italia.
Un modello di organizzazione del lavoro rivoluzionario
La fabbrica del Lingotto era il più grande stabilimento europeo destinato alla produzione in serie, e racconta di una nuova organizzazione del lavoro, basata sull’esempio statunitense della Ford. L’obiettivo era quello di raggiungere la massima efficienza in catena di montaggio riducendo al minimo gli spostamenti degli operai dalla loro postazione.
Il processo di assemblaggio delle automobili veniva suddiviso per piani, con un flusso di operazioni che scorreva in senso verticale. L’operaio diventava parte di un ingranaggio che non doveva mai fermarsi: al primo piano si stampavano le lamiere, al secondo si assemblavano i motori, al terzo gli ingranaggi, al quarto si verniciavano le scocche e al quinto si eseguiva il montaggio finale e le finiture.
Dopo il montaggio, l’auto doveva superare il collaudo sul tetto dell’edificio, lungo un circuito a 28 metri d’altezza formato da due rettilinei di 443 metri ciascuno raccordati da due curve sopraelevate. Qui potevano sfrecciare contemporaneamente fino a cinquanta automobili.
Oggi, al posto del rombo dei motori a scoppio, si può sentire il ronzio di un’auto elettrica: un rumore quasi impercettibile, ma che scandisce bene il ritmo dei tempi che cambiano. Il Lingotto celebra i suoi 100 anni, un secolo.
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