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Mobilità: le nuove frontiere secondo Deloitte
In occasione della 5° Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, Deloitte ha illustrato la sua visione di mobilità per il futuro.
Approccio ecosostenibile. Città riorganizzate in quartieri da 15 minuti. Sono questi i pilastri attorno a cui bisogna costruire la mobilità del domani. Ne è convinta Deloitte, presente alla 5° Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility. La multinazionale, specializzata in revisioni e consulenza, ha fornito una panoramica dettagliate sui concetti chiave da porre in pratica per guardare al futuro con fiducia e consapevolezza.
Presente all’incontro, Luigi Onorato, senior partner di Monitor Deloitte, ha dichiarato: “La mobilità sta attraversando un periodo di forte cambiamento, spinto da clienti con una propensione sempre maggiore all’uso di nuove forme di mobilità, una forte disponibilità ad acquistare servizi anche da diversi operatori e da un’offerta sempre più ricca di nuove soluzioni”.
Dopodiché, ha aggiunto: “Se aggiungiamo l’urgenza di definire un modello economico e sociale sempre più sostenibile l’impatto ambientale legato alle forme tradizionali di mobilità, il fatto che i contesti cittadini sono l’ambito primario in cui nasce il bisogno di muoversi e che il 25% degli investimenti del Recovery Fund sarà destinato a ridisegnare la mobilità del futuro, abbiamo un’occasione unica per ripensare i modelli cittadini secondo i paradigmi della nuova mobilità”.
15 Minutes City
Tra le idee vagliate affinché le città evolvano, in conseguenza dello sviluppo sociale, spicca l’affascinante modello 15 Minutes City, contraddistinto dall’accessibilità alla città a 15 minuti in bici o a piedi. “Il modello della 15 Minutes City – ha proseguito Onorato – rappresenta la miglior risposta al bisogno di vicinanza ai servizi, espresso dal 95% degli abitanti delle città italiane, che vorrebbero avere nelle proprie vicinanze supermercati (richiesti dal 72% dei cittadini), verde pubblico (54%), lavoro (51%) e assistenza sanitaria (44%)”.
“In particolare – ha sottolineato -, la necessità di avere lavoro e assistenza sanitaria in prossimità della propria abitazione sono trend correlati alla situazione pandemica. Ma anche l’evoluzione generazionale sta spingendo operatori privati e municipalità a un nuovo paradigma per il lavoro, ad esempio tramite l’utilizzo dello smart working, e la sanità, che deve includere servizi che riguardano la salute a 360°: non solo servizi di urgenza ma anche soluzioni di assistenza e consulenza, in particolare per le fasce più anziane dei residenti”.
Pertanto, gli archetipi urbani e la mobilità nella sua interezza vanno riconcepite assieme, delineando il piano su tre fronti: la definizione di una regolamentazione ad hoc, l’attuazione di interventi di carattere strutturale e l’approccio avanguardista sulle modalità di trasporto.
“Un nuovo modello di mobilità richiede infrastrutture nuove e lo studio Deloitte evidenzia come per i cittadini il miglioramento del trasporto pubblico (79%), la realizzazione di hub multimodali (68%) e la realizzazione di nuove piste ciclabili (58%) permetterebbero la riduzione dell’utilizzo dell’auto privata. Nel miglioramento del trasporto pubblico occorre inoltre non dimenticare l’eredità della situazione pandemica: infatti 7 cittadini su 10 dichiarano che, anche una volta superata la pandemia, saranno meno disposti a utilizzare i mezzi pubblici se eccessivamente affollati”, ha concluso Onorato.
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