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e-Fuel: anche l’Italia investe, con una speranza
Con la deroga agli e-fuel sancita dall’Unione Europea per il post 2035, anche la classe politica italiana cerca di trarne giovamento
Il braccio di ferro tra la Commissione Europea e la Germania sugli e-Fuel è stato, di fatto, vinto da quest’ultima. Che aveva esercitato parecchie pressioni, pur di strappare una deroga alle autorità comunitarie. Sebbene sperasse di assistere a un trattamento analogo per i carburanti sintetici, l’Italia è comunque in parte soddisfatta.
Il periodo seguente allo stop dei motori a combustione termica (benzina e diesel) dal 2035 in avanti mette un po’ di apprensione, quantomeno, però, gli ICE non spariranno dal Vecchio Continente. Con differenti tecniche, manterranno un posto nel comparto automotive e le istituzioni dello Stivale puntano a sfruttarne le potenzialità.
Investimento da 4 miliardi di euro
A parlarne è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratini. Intervenuto al Foro sull’asse tra Italia e Spagna, l’onorevole annuncia: “Voglio annunciarlo qui: noi ci impegniamo come governo nel prossimo biennio-triennio a investire 4 miliardi di euro sull’e-Fuel”. Una presa di posizione convinta, che segue le roventi critiche mosse dal vicepremier Matteo Salvini contro le scelte dell’organismo sovranazionale. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è preoccupato dalla Cina, la quale possiede un vantaggio competitivo non indifferente nella mobilità elettrica. La promozione dei veicoli a batteria lo ha spinto nelle scorse ore a usare termini duri contro le autorità, al punto da ipotizzare dei secondi fini.
Senza sfociare nelle polemiche, Fratini sottolinea un punto: “Siamo d’accordissimo sull’e-Fuel, ma quello che chiediamo è di valutare scientificamente la neutralità tecnologica. Noi abbiamo posto il tema del biocarburante. Certamente l’e-Fuel inquina di meno, ma arriverà nel 2028, quindi i biocarburanti erano per una fase di transizione. Se poi è dimostrata scientificamente la non neutralità, uno si arrende”. Gli eventuali futuri accertamenti consentirebbero di diramare i dubbi.
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