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Monopattini, si va in due? Da adesso si blocca con l’intelligenza artificiale
Con l’intelligenza artificiale, da ora in avanti i monopattini si fermeranno se rileveranno la presenza di due o più passeggeri.
Il divieto tassativo fissato da tanti codici della strada non ha ancora permesso di dire addio a una pratica tanto pericolosa, come salire, contemporaneamente, sui monopattini in due (o più). Ancora oggi, costituisce la causa di un quinto degli incidenti che coinvolgono il mezzo e gli stessi produttori lo sconsigliano, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Eppure, forse la musica potrebbe finalmente cambiare, grazie all’impegno della californiana Lime. Nel corso dell’Autonomy Mobility World 2023, il marchio ha presentato un nuovo sistema, sviluppato in sinergia contro Dott e Tier, volto a scongiurare il malcostume in futuro.
L’idea, nata in seguito alla sua forte diffusione a Parigi, smette di basarsi sul peso, bensì sfrutta una complessa serie di algoritmi, sviluppati dalla società stessa. Grazie alle conoscenze tecnologiche possedute dall’operatore, presente pure nelle maggiori città italiane, aggirarlo il diverrà complicato. La soluzione si chiama Single Rider Recognition Technology e, spiega il direttore generale di Lime France, Hadi Karam, “combina diversi dati come l’accelerazione e l’angolo del veicolo per rilevare un improvviso cambiamento di peso”.
Come funziona la nuova tecnologia
Dopo aver acclarato la presenza di due o più persone a bordo, lo rende noto alla centrale. “Lime manda una notifica immediata direttamente nell’applicazione dell’utente che lo sta utilizzando per avvisarlo della pratica scorretta. Contemporaneamente poi, il monopattino emette un suono di avvertimento e inizia a rallentare fino a fermarsi completamente”.
Tra le due fasi passano, al momento, 30 secondi, un intervallo limitato destinato a ridursi ulteriormente. Alla domanda su cosa abbia spinto verso tale sistema, Lime spiega che “è la risposta alle preoccupazioni espresse dalle varie autorità su questa pratica proibita, che comporta maggiori rischi sia per gli utenti dei mezzi che per chi li incrocia sulla strada”. Le sperimentazioni avranno il via entro la fine dell’anno.
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