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Stop motori tradizionali nel 2035, il Governo: “lavoriamo con gli altri Paesi”
Il Governo italiano è attualmente impegnato nei negoziati con altri Paesi per scongiurare lo stop dei motori tradizionali nel 2035.
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, diretto dal vicepremier Matteo Salvini, è attualmente impegnato nei negoziati con altri Paesi europei, al fine di
“scongiurare lo stop ai motori tradizionali nel 2035”. In una nota, il dicastero lo spiega a chiare lettere, confermando la presa di posizione già presa in tempi non sospetti. Nel corso di vari interventi pubblici il nostro esecutivo ha criticato la decisione delle istituzioni sovranazionali di puntare soltanto sull’elettrico. È in buona compagnia, sicché nemmeno la Germania, la Polonia, la Bulgaria e la Repubblica Ceca si dicono favorevoli.
Il collega boemo, Martin Kupka, ha organizzato per lunedì un vertice a Strasburgo, una delle sedi del Parlamento Ue, dove discutere del futuro della mobilità, sia in merito allo stop delle vetture a combustione interna sia dello standard di emissioni Euro 7. Alla tavola rotonda sono stati invitati i rappresentanti di Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria.
Procedono i contatti
Le parti coinvolte illustreranno le rispettive posizioni ai vicini di casa, con l’obiettivo di trovare un’intesa. Che le autorità del Belpaese confidano di raggiungere quanto prima. “Procedono i contatti con gli altri governi europei per scongiurare lo stop alla produzione di motori benzina e diesel dal 2035 – recita il comunicato -. Il vicepresidente del Consiglio e ministro Matteo Salvini, in piena sintonia con la presidente Giorgia Meloni e con il resto del governo, si sta confrontando con i colleghi di Germania, Repubblica Ceca e degli altri Paesi che hanno espresso dubbi e contrarietà rispetto alla proposta della Commissione. Non si esclude una missione lampo all’estero per discuterne di persona. L’obiettivo è accompagnare la transizione con buonsenso, tutelando posti di lavoro ed il futuro della filiera italiana ed europea dell’automotive”.
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