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Caro carburanti: il decreto trasparenza passa anche al Senato
Anche il Senato ha approvato il decreto trasparenza, il pacchetto di misure proposto dal Governo Meloni per contrastare il caro carburanti.
Fino all’ultimo gli oppositori hanno sperato in un ripensamento. Ora, però, il decreto trasparenza è ufficiale: entrerà in vigore subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Giunto il via libera dalla Camera, pure il Senato fornisce il proprio ok a una manovra pensata per fronteggiare il caro carburanti.
Il provvedimento legislativo ha acceso vibranti proteste negli ultimi mesi, che hanno portato pure a uno sciopero indetto dalla categoria dei distributori di benzina. Le associazioni avevano disposto uno stop di 48 ore, poi ridotto a 24 per non arrecare troppi danni agli automobilisti. Le parti si erano dette rinfrancate dalla solidarietà dimostrata dai conducenti, i quali avevano, in larga parte, capito le ragioni del fermo. Gli incontri con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, non avevano, però, portato agli effetti sperati. E alla fine, in questo logorante braccio di ferro, lo Stato l’ha spuntata.
Le novità della legge
Il decreto trasparenza obbligherà l’esposizione accanto al prezzo praticato di quello medio regionale (nazionale lungo tratte autostradali). Chi non ottempererà alla normativa riceverà una sanzione economica, da un limite minimo di 200 a uno massimo di 2 mila euro, in relazione al fatturato. La ripetuta recidiva (dalle cinque volte in su) verrà punita pure mediante la chiusura dell’impianto, da 1 a 30 giorni.
I guidatori avranno, poi, la possibilità di conoscere in pochi clic il distributore più economico situato nelle vicinanze, grazie all’app Mr. Prezzi. In aggiunta, il Garante per la sorveglianza dei prezzi avrà un raggio d’azione maggiore, i dipendenti di aziende private potranno accedere ai bonus benzina (che spetterà, comunque, al datore decidere se accordare o meno) e, contro il caro carburanti, sarà attiva la cosiddetta accisa mobile.
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