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Carburanti: come cambia il decreto Trasparenza

Carburante

È alla prima lettura il nuovo emendamento sul decreto Trasparenza carburanti, che prevede molte novità rispetto al testo originale.

Il Governo si appresta a prepara un emendamento per il decreto Trasparenza sui carburanti, che ha provocato lo sciopero dei benzinai lo scorso mese. Attualmente sta avendo luogo la prima lettura della commissione Attività produttive della Camera, come indica Il Sole 24 ore

Secondo quanto emerge, rimane l’obbligo di esporre i prezzi medi dei carburanti, calcolato su base regionale lungo la rete stradale ordinaria e su base nazionale per le autostrade. Al “variare del prezzo praticato e comunque con frequenza settimanale” il ministero delle Imprese e del Made in Italy verrà aggiornato. Una nuova app verrà, inoltre, creata, affinché i conducenti conoscano la stazione di rifornimento più conveniente nei loro paraggi.

Si mette poi mano alle sanzioni comminate in caso di inottemperanza alle nuove direttive. Per la mancata esposizione dei prezzi si rischia dai 200 ai 2 mila euro in base al fatturato, contro i precedenti limiti di 500 e 6 mila euro. Alla quarta violazione (prima erano tre), anche non consecutive, nell’arco di 60 giorni, l’attività viene sospesa da 1 a 30 giorni (prima andava da 7 a 90 giorni).  Infine, il cosiddetto Mr Prezzi avrà l’onere di redigere un rapporto trimestrale sull’andamento dei prezzi.

Le proteste dell’Unione nazionale dei consumatori

Una presa in giro degli italiani! Per questo abbiamo chiesto in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera di non convertire in legge un decreto che finisce per peggiorare la normativa vigente – ha dichiarato il presidente dell’Unione nazionale dei consumatori, Massimiliano Dona –. Contro i 200-800 euro annunciati dal ministro Urso, l’innalzamento della sanzione massima è ridicola, considerato che la legge prevedeva da anni multe da 516 a 3.098 euro e che il decreto n. 5 pubblicato in Gazzetta aveva portato gli importi, rispettivamente, a 500 e 6000 euro. Insomma, in realtà la sanzione massima viene ridotta a un terzo, da 6.000 a 2.000 euro.

Considerato che nel 2022, su 5.187 verifiche della Gdf, le violazioni sono state ben 2.809, il 54,2%, mentre nel solo mese di gennaio 2023, nonostante i benzinai fossero sotto i riflettori, su 2.518 interventi, ben 989 sono state le contestazioni, il 39,3%, è evidente anche a un bambino che le multe dovrebbero salire e non certo diminuire”.

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