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Unione Europea: batterie “più sostenibili, circolari e sicure”
Le istituzioni comunitarie hanno sottoscritto un accordo per la realizzazione di batterie più sostenibili, circolari e sicure.
“Più sostenibili, circolari e sicure”. Così recita la nota mediante cui il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea annunciano un “accordo politico provvisorio” relativo alle batterie messe in commercio nel Vecchio Continente. Dalle stesse istituzioni comunitarie dovrà essere adesso solamente dato il formale via libera alla proposta, illustrata due anni fa dalla Commissione europea per un adeguamento alle “nuove condizioni socioeconomiche e agli sviluppi tecnologici, dei mercati e degli usi delle batterie”.
La soluzione vagliata persegue quattro finalità: contenere e contrastare l’inquinamento; rafforzare la sostenibilità delle batterie dall’approvvigionamento al riciclo/riutilizzo; promuovere la transizione e l’autonomia energetiche; supportare la definizione di un’industria competitiva. Di conseguenza, una volta introdotta la normativa, dal 2024 saranno definiti dei parametri di sostenibilità ad hoc in tema di “impronta di carbonio, contenuto riciclato, prestazioni e durata”.
I futuri standard
A metà decennio l’insieme di misure sarà più severa. Gli standard minimi che le aziende dovranno rispettare saranno superiori, in particolare gli obiettivi di raccolta, i quali nel 2028 dovranno essere pari al 51 per cento e nel 2031 pari al 61 per cento. Ciascuna delle batterie raccolte andrà sottoposta a riciclo e, in seguito al completamente del relativo ciclo di vita, andrà riconvertita. Sarà necessario recuperare materiali pregiati quali cobalto, litio, nichel, piombo e rame, così da reimmetterli poi in circolo.
Per quanto riguarda il recupero del litio l’obiettivo stabilito è del 50 per cento entro il 2027 e dell’80 per cento il 2031. Le società produttrici degli accumulatori in territorio continentale avranno poi l’onere di dare prova “che i materiali utilizzati per la loro fabbricazione siano stati acquistati in modo responsabile“, affinché i rischi sociali e ambienti connessi siano “identificati e mitigati”.
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