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La fuga delle case automobilistiche dalla Russia
Il 2022 verrà ricordato come l’anno della guerra in Ucraina, uno degli eventi più drammatici e tragici della memoria recente. A partire dalla grave crisi energetica, l’invasione russa ha avuto una serie di effetti negativi sul mondo intero.
E a causa degli effetti dell’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità, delle interruzioni nella fornitura di componenti o di problemi logistici, l’industria automobilistica è stata tra i settori manifatturieri più colpiti.
Inoltre, le sanzioni della comunità internazionale contro Mosca hanno avuto un altro effetto, spesso negativo, sui bilanci delle case automobilistiche: alcune delle quali, dopo aver cessato ogni attività a marzo, hanno scelto di vendere impianti industriali e altri asset a operatori locali, abbandonando una mercato promettente ma anche segnale dell’inizio di numerose difficoltà sia commerciali che operative.
Le opzioni di riacquisto non ne fanno un addio
Dato che ogni accordo contiene una clausola di riscatto utilizzabile tra qualche anno, quando le cose si saranno forse normalizzate, si può effettivamente parlare di un arrivederci. In questo senso Renault ha aperto la strada vendendo l’intero stabilimento di Mosca alla municipalità della capitale russa per la cifra simbolica di un rublo (dove è già stata avviata la rinascita del marchio Moskvich con la russa Kamaz e sulla base di progetti dalla cinese Jac). Il marchi francese ha anche ceduto il 67,69% di AvtoVaz al Nami automotive research institute, che ha già avviato la rinascita del marchio Moskvich). La cessione, costata alla Losanga una svalutazione di quasi 2,2 miliardi di euro, prevede un’opzione per il riacquisto di azioni AvtoVaz, esercitabile “con determinate tempistiche” nei successivi sei anni.
Nissan ha concordato un accordo simile: tutte le operazioni russe, compresa la fabbrica e il centro RandD di San Pietroburgo con una clausola di riacquisto simile, e gli uffici vendite e marketing di Mosca sono stati ceduti al Nami per un euro.
Cosa hanno fatto le altre case?
Mercedes ha trasferito tutti i suoi asset alla rete di concessionari Avtodom, compreso uno stabilimento nella zona industriale di Esipovo, a nord-ovest di Mosca.
La russa Sollers ha acquistato il 50% della joint venture Mazda Sollers Manufacturing Rus, che gestisce uno stabilimento di assemblaggio di 50.000 veicoli all’anno a Vladivostok. Una clausola di riacquisto concordata per questa situazione scadrà tra tre anni. Sollers ha inoltre acquisito il 49% della joint venture con Ford.
Toyota ha chiuso definitivamente il sito di San Pietroburgo. Volkswagen sta cercando un acquirente per lo stabilimento di Kaluga, a sud-ovest di Mosca, Skoda ha interrotto la produzione nel suo stabilimento di Nizhny Novgorod e Stellantis ha sospeso le operazioni a Kaluga. Hyundai e la sua controllata Kia stanno decidendo cosa fare del loro stabilimento a San Pietroburgo.
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