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Carburanti: da oggi scatta l’aumento
A partire da oggi 1 dicembre 2022 i prezzi di benzina e diesel al distributore saliranno di circa 12 centesimi, a causa della riduzione dello sconto sulle accise.
Le prime notizie dell’ultimo mese dell’anno sono tutt’altro che buone per gli automobilisti, soprattutto per chi è abituato a fare spostamenti quotidiani per motivi di lavoro. Pur essendo ancora in vigore fino al 31 dicembre, la riduzione delle accise sui carburanti, in vigore da marzo, è stata di fatto quasi dimezzata.
Lo sconto offerto in fase di rifornimento, infatti, scende da 30 a 18 centesimi, e si applicherà a tutti tranne che agli autotrasportatori che potranno beneficiare di una diversa struttura fiscale.
La decisione del governo Meloni sta causando particolare malcontento tra la popolazione e tra le organizzazioni che operano a tutela dei consumatori, le quali ritengono che questo non sia assolutamente il momento opportuno per prendere in considerazione un simile provvedimento. Per fare un quadro più chiaro, il Codacons ha fatto una stima della situazione: si parla di 6 euro in più per ogni serbatoio pieno, che possono arrivare a un aumento medio di 146 euro all’anno per famiglia.
Il presidente del Codacons ritiene però che la situazione complessiva possa essere destinata a peggiorare ulteriormente nel prossimo futuro, come ha già fatto in passato: “Potrebbe esserci un aumento dei prezzi al dettaglio dei beni trasportati, considerato che l’85% della merce in Italia viaggia su gomma, oltre a registrare anche conseguenze negative sull’inflazione, in un momento in cui i listini al dettaglio andrebbero calmierati”.
Martedì 13 dicembre alle 22:00 è previsto uno sciopero dei distributori di benzina in autostrada fino a venerdì 16 dicembre alla stessa ora, aggiungendo difficoltà per molte famiglie, soprattutto quelle che hanno programmato viaggi. La protesta e stata decisa dalle associazioni di categoria Faib, Fegica e Anisa, che non sembrano intenzionate a fare marcia indietro per prendere posizione contro una situazione che ritengono ormai insostenibile.
La protesta è in risposta a quanto delineato nella bozza di decreto che prevede la “richiesta razionalizzazione della rete per una maggiore efficienza, che porta a riproporre un sistema di royalty a esclusivo vantaggio della rendita di posizione dei concessionari. Questo avviene senza abbattere la differenza abnorme di prezzi tra viabilità ordinaria e autostradale”.
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