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Stellantis: la joint venture cinese dichiarerà fallimento
La joint venture di Stellantis con Guangzhou Automobile Group Co. (GAC) ha approvato una delibera per dichiarare fallimento.
Stellantis e Guangzhou Automobile Group Co., LTD. (GAC) hanno approvato una delibera, stando alla quale, in uno scenario segnato da pesanti perdite, la joint venture fondata dalle due società può inoltrare domanda per ottenere l’ammissione alla procedura fallimentare.
Il colosso automobilistico italo-francese, diretto dall’amministratore delegato Carlos Tavares, aveva svalutato integralmente la sua partecipazione della JV e le altre sue correlate nei risultati finanziari inerenti al primo semestre del 2022. Ciononostante, i portavoce di Stellantis hanno comunicato che andrà avanti a proporre servizi di qualità alla clientela attuale e futura di Jeep in Cina, il principale mercato delle quattro ruote al mondo.
Malgrado, la decisione delle ultime ore costituisca un provvedimento inevitabile dati i cattivi risultati operativi, il conglomerato coltiverà comunque le sue ambizioni in territorio asiatico.
Lo scorso luglio, Stellantis ha annunciato l’intenzione di fermare la produzione dei modelli del brand americano in Cina, in favore di un business più “leggero”, basato sulle importazioni di altri Paesi. Un ridimensionamento provocato dal naufragio delle trattative con la Gac per assumere il controllo totale della joint-venture, ragion per cui si è scelto di disporre “una ordinata cessazione” dell’azienda con sede a Changsha, nella provincia dello Hunan.
La storia di GAC-FCA
La nascita di GAC-FCA risale al 9 marzo del 2010 a Changsha (Cina), dopo un accordo sottoscritto tra Fiat e GAC, davanti al numero uno del Governo locale, Hu Jintao, e dell’allora premier italiano, Silvio Berlusconi.
Il via libera ai lavori presso la fabbrica GAC-Fiat venne dato il 26 novembre del 2009 a Changsha, attraverso una cerimonia inaugurale. Il centro di assemblaggio è stato ufficialmente aperto il 28 giugno 2012. Alla cerimonia presenziò pure l’allora chief executive officer di Fiat, Sergio Marchionne. Per formare la joint-venture, il Lingotto effettuò un investimento da 559 milioni di dollari.
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