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Auto elettriche: la Cina preoccupa pure gli ambientalisti
L’affermazione della Cina nel mercato delle auto elettriche infonde preoccupazione pure agli ambientalisti, che chiedono protezionismo.
L’invasione delle auto elettriche “made in China” in Europa crea apprensione pure agli ambientalisti. Secondo le stime di Transport & Environment, i produttori del Paese asiatico incrementeranno la quota dal 5 al 18 per cento entro il 2025.
“L’incapacità delle Case automobilistiche dell’Unione europea di aumentare l’offerta di Bev” e il continuo focus sul segmento premium potrebbero “portare società estere a conquistare la maggior parte del mercato di massa in Europa”. Di conseguenza, l’invito alle autorità continentali è di seguire le orme degli Usa, che hanno legato le agevolazioni fiscali all’origine nordamericana della fabbricazione dei veicoli e delle materie prime.
A detta dell’organizzazione la frenata europea non è da imputare a una “crisi della catena di approvvigionamento”, bensì “dall’assenza di incentivi normativi”. Mentre la quota di EV si è attestata all’11 per cento nel primo semestre delle immatricolazioni complessive, contro il 13 per cento del secondo semestre dello scorso anno, in Cina ha avuto luogo una crescita di quasi il 18 per cento e negli States è raddoppiata al 6 per cento. Proprio il differente andamento suffragherebbe la tesi.
Obiettivi CO2
Per il direttore senior Julia Poliscanova “gli attuali obiettivi sulla CO2 non funzionano”. Dopo la riduzione del 12 per cento dell’ultimo biennio, legato all’introduzione di standard severi contro l’anidride carbonica, nella prima metà del 2022 la contrazione è stata di appena il 2 per cento poiché – sempre a detta di T&E – “i target sono troppo deboli”. Difatti, l’associazione evidenzia che, malgrado il rallentamento delle commercializzazioni di unità a batteria, ciascun brand, tolta la Volkswagen, sono sulla buona strada per conseguire i limiti fissati dalle autorità per quest’anno.
Dunque, si suggerisce di “rimuovere le scappatoie che indeboliscono gli obiettivi delle Case” e, magari, di “supportare misure” già proposte in Francia, “come il noleggio a basso costo di auto elettriche per renderle accessibili a tutti”.
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