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Horner licenziato, parla Ralf Schumacher: “Non era più in grado di gestire la squadra”

Il licenziamento di Christian Horner da team principal Red Bull scuote la Formula 1. Ralf Schumacher spiega perché era giunto il momento di voltare pagina.
Il licenziamento di Christian Horner dalla guida del team Red Bull Racing ha sorpreso molti nel paddock della Formula 1, lasciando spazio a reazioni contrastanti tra gli addetti ai lavori. Dopo oltre vent’anni di successi, culminati in titoli mondiali e una leadership tecnica e manageriale di primo piano, l’improvvisa decisione dei vertici di Milton Keynes ha segnato la fine di un’era. Tra le voci più autorevoli a commentare la notizia c’è quella di Ralf Schumacher, ex pilota e oggi opinionista di Sky Deutschland, che ha offerto una lettura lucida e critica della situazione.
Ralf Schumacher: “Horner non era più in grado di trattenere i talenti”
In un’intervista rilasciata nelle ultime ore, Schumacher ha riconosciuto i meriti storici di Horner ma non ha nascosto le criticità che hanno segnato la fase finale della sua gestione. “Christian Horner ha avuto un periodo di incredibile successo con la Red Bull, ma negli ultimi anni tutto è diventato più ingombrante. Troppe persone hanno lasciato la squadra e lui non è riuscito a ricostruirla”, ha dichiarato il fratello minore di Michael. Secondo l’ex pilota, la personalità divisiva di Horner avrebbe influito negativamente sul clima interno, rendendo difficile attrarre nuovi tecnici e trattenere i migliori. “Semplicemente non volevano venire a causa della sua personalità. Credo che alla fine sia questo il motivo per cui la Red Bull ha staccato la spina”, ha aggiunto.
Crisi tecnica e problemi personali: il mix che ha portato al crollo
Il declino della leadership di Horner, secondo Schumacher, non è legato solo a dinamiche interpersonali. L’ex team principal avrebbe fallito nella riorganizzazione tecnica della squadra, perdendo figure chiave come Adrian Newey e lasciando Red Bull in balia di una vettura poco competitiva, specialmente in condizioni difficili come la pioggia. A peggiorare il quadro, lo scandalo interno legato a comportamenti inappropriati nei confronti di una dipendente, che ha minato ulteriormente la sua posizione. “Alla fine, le cose stanno andando al contrario alla Red Bull. Max Verstappen sta per andarsene e la macchina non è più all’altezza”, ha spiegato Schumacher, sottolineando un cambio di rotta necessario.

Una squadra che ha perso la sua identità
Infine, Schumacher ha richiamato lo spirito originario della Red Bull, una scuderia che fin dagli inizi si era distinta per gioventù, originalità e spirito ribelle. “Red Bull è sempre stata una squadra giovane, simpatica, con feste e iniziative fuori dagli schemi. Questo si è perso con Horner”, ha detto l’ex pilota tedesco, sottolineando come la leadership di Horner avesse ormai snaturato l’identità del team. Con l’arrivo di un nuovo team principal, scelto dai vertici della casa anglo-austriaca, inizia ora una nuova fase, con l’obiettivo di riportare entusiasmo, innovazione e risultati in pista.
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