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Formula 1, Verstappen: “Dobbiamo assolutamente correre in Africa”

18 Luglio 2022

Per il campione in carica Max Verstappen è fondamentale che la Formula 1 riprenda a correre nel continente africano.

Il Campionato del Mondo di Formula 1 2022 si appresta al giro di boa con l’imminente GP di Francia. Eppure, le discussioni sulla definizione del calendario 2023 non sembrano spegnersi. Oltre alle già annunciate conferme – come quella del ritorno del GP di Las Vegas – e alle preoccupazioni inerenti alla cancellazione di tappe storiche quali Monaco e Spa-Francorchamps, la zona su cui si stanno focalizzando le voci sembra essere il Sudafrica, e nello specifico il circuito di Kyalami.

La Nazione non è una meta inedita per il Circus. Difatti, tra gli anni Sessanta e Ottanta vi tenne dei week-end di gara, prima dell’abbandono nel 1993, ossia 29 anni fa. Le immagini di Alain Prost in festa sono gli ultimi ricordi degli appassionati che ebbero occasione di seguire l’evento. Al momento nessuna Nazione africano ha l’onore di accogliere il Circus.

Le ipotesi di un ritorno a Kyalami si fanno ora più concrete, specialmente dopo i negoziati avviati tra gli organizzatori e la Formula 1. Segnali positivi e successive smentite rendono, d’altro canto, difficile inquadrare la situazione. Di certo, parecchi piloti gradirebbero l’eventualità di sfidarsi un giorno in Africa, che negli ultimi tre decenni, o quasi, è stato l’unico continente a restare fuori dal calendario.

Vuoto da colmare

A tal proposito, è intervenuto pure il campione del mondo in carica Max Verstappen. L’alfiere della Red Bull è uno di quelli che desiderano accendere i motori in Sudafrica. Il 24enne, raggiunto da LADbible, ha espresso il proprio parere riguardo a un eventuale inserimento di Kyalami nel Mondiale, una mossa che farebbe finire l’Africa in automatico sui radar. “Se si considerano i continenti in cui si corre – ha dichiarato l’olandese – penso che dobbiamo assolutamente cercare di andare in Africa. Al momento, sembra che il posto più probabile sia il Sudafrica, perché hanno già una pista e hanno già accolto la F1.”