Volkswagen: Blume fa saltare le prime teste

Il nuovo amministratore delegato del gruppo Volkswagen, Oliver Blume, inizia ad apportare modifiche nel consiglio di amministrazione.

L’investitura di Oliver Blume come nuovo amministratore delegato del gruppo Volkswagen inizia a sortire le prime conseguenze sul management della compagnia di Wolfsburg. Il ceo, che andrà avanti a capitanare pure il brand Porsche, è, infatti, desideroso di portare una ventata di freschezza nell’organigramma societario. Ha proposto un rimpasto all’interno del CdA, che condurrà al ricambio di due posti.

Non è dato stabilire se ciò equivarrà a una riduzione da 12 a 10 componenti oppure se verranno semplicemente sostituite due figure del board.

Il provvedimento è già stato discusso nel corso di una prima riunione del Consiglio di Sorveglianza e sarà di nuovo affrontato, con la decisione finale che verrà soltanto confermata da un documento scritto dell’organo di gestione di VW.

Chi rischia del board of management

Oliver Blume, lo ricordiamo, è stato chiamato a raccogliere il testimone lasciato da Herbert Diess, con l’insediamento attivo proprio a partire dalla giornata di oggi, giovedì 1° settembre 2022. La scelta ha permesso di porre in praticare una strategia ben definita da certi azionisti, almeno secondo quanto riportano i media locali: il corso intrapreso da Diess negli ultimi anni è stato considerato troppo movimentato e una figura dello spessore di Blume, maggiormente affine alle vedute delle famiglie Piech e Porsche, costituirebbe una garanzia contro qualsivoglia iniziativa individuale.

Sempre stando alla stampa tedesca, i papabili per l’addio al CdA di Volksagen sarebbero il numero uno delle vendite del conglomerato, Hildegard Wortmann, e il massimo responsabile degli acquisti del brand VW, Murat Aksel. Invece, ulteriori figure del consiglio di amministrazione quali i ceo di Audi, Markus Duesmann, il ceo del marchio VW, Thomas Schaefer, e il capo della tecnologia, Thomas Schmall, manterranno salde le loro poltrone nel board.

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