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Tuning auto, fino a dove puoi spingerti senza infrangere la legge

In Italia, il tuning auto rappresenta una passione diffusa tra gli appassionati che desiderano personalizzare il proprio veicolo.
La normativa vigente impone regole stringenti e precise limitazioni che differenziano il nostro Paese da altri mercati europei, come la Germania, storicamente considerata la patria del tuning. Vediamo nel dettaglio cosa è consentito e cosa è vietato, aggiornando le informazioni alla luce delle normative attuali.
L’elaborazione del motore in Italia è soggetta a restrizioni rigorose: non è permesso aumentare la potenza del motore in modo arbitrario. L’unica modifica ammessa riguarda l’installazione di impianti di alimentazione alternativi, come GPL o metano, che devono essere installati da officine autorizzate e sottoposti a collaudo presso la Motorizzazione Civile con aggiornamento obbligatorio del libretto di circolazione.
Per quanto riguarda lo scarico, è consentita la sostituzione esclusiva del terminale finale. I componenti aftermarket devono essere obbligatoriamente omologati secondo la certificazione CEE del produttore, accompagnati da una placca identificativa con codice seriale corrispondente al certificato. Tali documenti devono essere esibiti in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine.
Uno degli interventi più comuni riguarda la sostituzione di pneumatici e cerchi. La legge italiana prevede che si possano montare solo misure riportate nel libretto di circolazione. Tuttavia, se esiste un’omologazione ufficiale della Casa automobilistica per altre misure, anche applicate solo in determinati mercati, queste possono essere inserite nel libretto. In alternativa, è necessario ottenere una nuova omologazione. Dal 2015, è possibile installare cerchi aftermarket di misura maggiorata previa omologazione NAD (Nulla Osta del produttore), accompagnata da una relazione del gommista che attesti la corretta installazione e funzionalità, per procedere poi alla registrazione in Motorizzazione.
Personalizzazioni estetiche, luci, vetri e assetto: cosa è permesso?
Le modifiche estetiche sono consentite entro certi limiti: minigonne, profili aggiuntivi sui paraurti e spoiler possono essere montati senza necessità di collaudo solo se non alterano l’altezza da terra, non modificano la sagoma limite del veicolo e non ostacolano la visibilità del conducente. I paraurti possono essere sostituiti esclusivamente con varianti previste e omologate dalla casa madre.
Le modifiche a luci e cristalli richiedono particolare attenzione. Il Codice della Strada prescrive che l’intervento sugli impianti di illuminazione sia effettuato da officine specializzate e richieda una successiva omologazione da parte della Motorizzazione. L’oscuramento dei vetri è consentito solo sui finestrini laterali posteriori e sul lunotto, utilizzando pellicole omologate con il marchio identificativo del produttore ben visibile. È invece vietato oscurare completamente i vetri anteriori o modificarne il colore.
Per quanto concerne l’assetto, l’abbassamento del veicolo è permesso solo mediante l’installazione di kit ufficiali forniti dalla casa costruttrice, che sono omologati e garantiti, con una variazione massima in genere di 15 mm rispetto all’altezza originale. Dal 2010, invece, il montaggio della barra duomi è libero, a condizione che sia facilmente smontabile e non necessiti di registrazione sul libretto.

Il Codice della Strada, negli articoli 71, 72, 75 e 78 del Titolo III, disciplina in modo chiaro le modifiche apportabili ai veicoli. Ogni intervento di tuning deve essere necessariamente omologato e, se previsto, annotato sul libretto di circolazione. Alcune modifiche, come lo spoiler posteriore, devono rispettare le dimensioni originarie del veicolo, mentre accessori come minigonne o paraurti sportivi sono ammessi solo se omologati come optional dalla stessa casa automobilistica.
In caso di violazioni, le sanzioni sono severe: si va da multe che partono da 422 euro fino al ritiro del libretto di circolazione, con conseguente divieto di circolazione per periodi variabili. In casi estremi, può essere disposta la revisione forzata del veicolo. È importante sottolineare che queste disposizioni si applicano rigorosamente ai veicoli circolanti su strada pubblica; i mezzi destinati esclusivamente a uso pista possono invece essere modificati senza limiti, purché non circolino su strade aperte al traffico.
Un punto da ricordare riguarda le modifiche all’impianto frenante, che sono consentite solo in presenza di omologazione e certificato rilasciato da officine autorizzate, mentre il sistema di sospensioni non può essere alterato con abbassamenti non ufficiali.
Tabella riassuntiva delle modifiche tuning ammesse| Abbassamento dell’assetto | Consentito solo con kit ufficiale e omologato dal costruttore |
| Aumento di potenza | Vietato; ammessa solo la conversione a GPL o metano con collaudo e aggiornamento libretto |
| Barra duomi | Libera, senza collaudo, purché facilmente smontabile |
| Fari e fanali | Permessi con visita e omologazione da officine autorizzate |
| Minigonne e profili | Consentiti senza collaudo se non modificano l’altezza da terra e la sagoma |
| Paraurti | Sostituzione solo con varianti omologate dalla casa automobilistica |
| Pneumatici e cerchi | Consentiti se di misura prevista o con nuova omologazione; codici di velocità non inferiori agli originali |
| Scarico | Solo terminale, con omologazione e certificazione |
| Spoiler | Consentito senza collaudo se non eccede la sagoma o non intralcia la visibilità |
| Vetri oscurati | Solo vetri posteriori e lunotto con pellicole omologate e marchio visibile |
La conformità alle regole è fondamentale non solo per evitare sanzioni ma anche per garantire la sicurezza stradale. Gli appassionati di tuning in Italia devono quindi muoversi con attenzione, affidandosi a professionisti e verificando sempre la validità delle omologazioni.
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