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Trump, disastro dazi: pronta un’altra retromarcia da parte del tycoon

Il disastro creato dai suoi dazi, ha portato Trump a dover fare nuovamente una brusca retromarcia. Scopriamo insieme cos’è successo.
Il dietrofront fatto qualche tempo fa si ripeterà a breve. Trump è infatti stato recentemente costretto ad un’altra retromarcia, in seguito agli effetti disastrosi che i dazi emanati ormai qualche settimana fa hanno avuto.
Nei prossimi paragrafi scopriranno in cosa consiste questa marcia indietro, e per quali motivi è arrivata in maniera così netta. Per quanto possa sembrare ovviamente prematuro esprimersi così, vista l’estrema volatilità con cui tutto ciò si sviluppa.
Cosa sta succedendo?
Stando a ciò che sostiene il Financial Times. una delle fonti più autorevoli del settore, Trump è fortemente intenzionato a rivedere le proprie posizioni. Il motivo di questo ripensamento è dovuto al contrasto dell’alto traffico di fentanyl.

Per quanto possano sembrare due fenomeni distanti tra loro, in realtà non è proprio così. Fino ad ora le tariffe emanate dal Presidente numero 47 degli USA riguardano i componenti delle auto, l’acciaio e l’alluminio. Tutte e 3 queste sanzioni comprendono materiali di valore.
Questa volta il ripensamento prevede l’esclusione dei componenti auto dai cosiddetti dazi reciproci. Tipologia di dazi che, tra le tante realtà territoriali coinvolte, sono stati tirati in ballo anche dall’Unione Europea.
Il paradosso di questi dietrofront
Nonostante questi dietrofront possano rappresentare un potenziale vantaggio, in realtà non è proprio così. Per quanto i ripensamenti portino ad una situazione vantaggiosa su numerosi fronti, in realtà questi cambi di direzione portano ad una maggiore instabilità.
Rendendo questa situazione difficile da prevedere, e complicando ulteriormente le cose, per le case automobilistiche coinvolte sopravvivere sarà a sua volta molto complicato. Le deroghe per le auto previste di recente hanno subito inoltre una deroga.
Col futuro potrebbero giungere altri ripensamenti, che non faranno altro che aumentare le incertezze a cui ci stiamo lentamente abituando.
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