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Trump, dazi sospesi ma non per le auto: cosa sta succedendo

Sospesi per 90 giorni i dazi, ma le case automobilistiche non possono ancora tirare un sospiro di sollievo: per loro le nuove tariffe sono ancora in vigore.
Con un colpo di scena inaspettato, Donald Trump ha annunciato tramite un post sul social network Truth la sospensione per 90 giorni dei dazi generalizzati introdotti la settimana scorsa. Le nuove tariffe non saranno applicate per almeno tre mesi a circa 75 istituzioni che hanno avviato trattative con l’amministrazione statunitense, e per queste il dazio è stato ridotto al 10%.
Non sono stati specificati i nomi di queste istituzioni, ma è certo che tra esse ci sia l’Unione Europea, che ha già manifestato la sua disponibilità a negoziare. Al contrario, la Cina non solo è esclusa dalla sospensione, ma subirà un aumento dei dazi, che passeranno dal 104% al 125%.
L’impatto sugli Stati Uniti e le tariffe sulle auto
Nonostante la sospensione dei dazi generalizzati, l’industria automobilistica statunitense non può festeggiare. Le auto importate, infatti, continueranno a subire un dazio del 25%. Il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha confermato che questa tariffa rimarrà invariata anche per l’acciaio e l’alluminio.
Inoltre, a partire dal 3 maggio, verrĂ introdotta un’ulteriore imposta del 25% su tutte le componenti importate. Questa misura aggiuntiva non fa che aumentare le difficoltĂ per le aziende automobilistiche che cercano di esportare negli Stati Uniti, un mercato cruciale per molti produttori globali. Anche se in realtĂ l’impatto dei dazi sui costruttori europei è basso: le case automobilistiche tedesche giĂ producono le loro auto negli Stati Uniti, mentre Stellantis ha annunciato che chiuderĂ gli stabilimenti in Messico e Canada per riportare la produzione in USA. Quanto ai marchi di lusso come Ferrari e Lamborghini, la loro clientela difficilmente potrebbe essere influenzata dall’impatto dei dazi.

Le difficoltĂ per le case automobilistiche americane
Se l’intento di Trump con l’introduzione dei dazi era quello di incentivare la produzione di automobili negli Stati Uniti, secondo alcuni analisti le grandi case automobilistiche americane potrebbero essere quelle più colpite. Secondo uno studio di Jato Dynamics, infatti, General Motors, Ford e Stellantis (con i marchi americani come Chrysler, Dodge e Ram) sono fortemente dipendenti dal mercato statunitense.
Queste aziende destinano il 13% della loro produzione complessiva agli Stati Uniti, una percentuale ben superiore rispetto ai concorrenti giapponesi e tedeschi, che destinano rispettivamente il 9% e il 7% della loro produzione. Per queste aziende, le nuove tariffe potrebbero avere un impatto molto piĂą significativo rispetto ai produttori internazionali che non dipendono così tanto dal mercato americano. Ed in effetti i dazi sono stati pensati da Trump proprio nell’ottica di favorire la produzione in America: c’è da dire che le ipotesi fatte “a caldo” sull’impatto nel medio e lungo periodo dell’iniziativa del presidente USA sono tutte da verificare e non sarebbe la prima volta che esperti ed analisti venissero sconfessati dall’andamento reale delle cose.
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