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Transizione elettrica: appena l’1% dell’immatricolato è EV negli Usa
Vuoi per la poca scelta di modelli e le infrastrutture di ricarica insufficienti, la transizione elettrica negli Usa continua a rilento.
Il percorso di transizione elettrica decantato negli States non starebbe rispettando la tabella di marcia. O almeno così emerge dallo studio di Aios, che ha analizzato i dati forniti da S&P Global Global Mobility come base.
I numeri danno un verdetto chiaro: gli EV costituiscono ad oggi meno dell’1 per cento delle intere immatricolazioni negli Usa. Solo una manciata di Stati interni al Paese hanno una certa incidenza su tale comparto.
Ovviamente, con l’aumento delle vetture a batteria nel corso dei prossimi anni sono alte le chance di assistere all’accelerazione nel processo di transizione elettrica. Le opzioni al momento disponibili scarseggiano, tanto che nel mese di maggio erano appena di 46, tuttavia per S&P Global saranno 63 già entro la fine del 2022. Poi, certo, ciò non sarà sufficiente a conferire slancio all’offerta green. Contestualmente, più Stati saranno chiamati ad attrezzarsi in merito.
Il nodo delle infrastrutture
Il punto chiave consisterà nel ricorso a un sistema infrastrutturale di ricarica all’altezza. Se parliamo dei singoli Stati americani, il 39 per cento di tutti gli EV registrati negli Usa è presente in California, nettamente staccata sugli altri. La Florida e il Texas, rispettivamente la seconda e la terza forza in termini di rappresentanza, si fermano, infatti, al 6,7 e al 5,4 per cento.
A ogni modo, siamo in presenza di cifre quasi irrisorie. Quando vengono rapportati al numero complessivo di mezzi su strada (e dunque non solo nuovi), la percentuale degli EV cala in maniera vertiginosa. Ad esempio, in California meno del 2 per cento del totale immatricolato è al 100 per cento elettrico.
La creazione di una rete infrastrutturale all’altezza induce a pensare positivo. D’altro canto, i ritmi attuali lasciano credere che i motori termici manterranno un ruolo significativo ancora a lungo.
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