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Toyota, si chiude qui l’era di Akio Toyoda: ecco chi lo sostituirà
Akio Toyoda non sarà più il presidente e amministratore delegato del Gruppo Toyota a partire dal prossimo 1° aprile: già noto il successore.
Dopo 13 anni, Akio Toyoda non sarà più al vertice del Gruppo Toyota. È quanto comunica il colosso nipponico in un comunicato, dove viene reso noto il nome di colui che avrà il compito di sostituirlo: Koji Sato. L’ex numero uno di Lexus e Gazoo Racing, 53 anni, risponderà al doppio incarico di presidente e amministratore delegato a partire dal prossimo 1° aprile, quando avverrà l’investitura ufficiale.
Per Toyoda, nipote del fondatore del Costruttore, non si tratta, comunque, di un addio: entrerà nel consiglio di amministrazione. Durante la propria gestione ha dovuto fronteggiare parecchi momenti di difficoltà e, con l’esperienza acquisita nelle situazioni di emergenza, saprà essere ancora una risorsa preziosa per la società del Sol Levante.
La chiamata di Koji Sato alle redini del Gruppo Toyota era la soluzione più logica. Laureato in Ingegneria Meccanica, ha trascorso la sua intera carriera tra le fila del Gruppo Toyota. Nel 2016 è diventato il ceo del brand Lexus, mentre quattro anni più avanti ha assunto la carica di presidente della Lexus. Nel mese di settembre dello stesso anno è salito, inoltre, al comando del Gazoo Racing, il reparto specializzato nelle vetture ad alte prestazioni.
Una solida base da cui costruire
“Credo di aver costruito negli ultimi 13 anni una solida base prima di passare il testimone – ha dichiarato Toyoda a seguito dell’annuncio, come riferisce Auto News -. Il nuovo team di gestione avrà la missione di trasformare l’azienda in un marchio di mobilità”.
Sarà interessante scoprire se il successore avrà le stesse idee riguardo al futuro. Giusto poche settimane fa Toyoda aveva spiegato: “Proprio come sta accadendo con le auto completamente autonome, che tutti dovremmo guidare ormai da tempo, anche i veicoli elettrici impiegheranno più tempo per diventare mainstream rispetto a quanto i media vorrebbero farci credere”.
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