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Stellantis, Tavares: “con la Cina ci sarà una lotta terribile”
Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, prevede una lotta terribile con i marchi automobilistici provenienti dalla Cina
Il Ces di Las Vegas sta riunendo alcuni delle più importanti figure del settore automotive al giorno d’oggi. Tra i presenti alla kermesse, focalizzata sulle innovazioni tecnologiche, era presente anche l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Dopo aver illustrato negli scorsi giorni – durante l’annuncio del rafforzamento della partnership con l’americana Archer – i piani del gruppo circa la mobilità elettrica, nella capitale del Nevada il top manager ha battuto su un altro argomento, come la crescita delle Case cinesi nel Vecchio Continente.
Tavares mette in guardia sulla Cina
Supportato da stime di mercato, Carlos Tavares mette in guardia i colleghi sui Costruttori del Paese asiatico, che sta già mettendo delle solide fondamenta in Europa. Grazie ad alcuni accordi sottoscritti con alcuni delle maggiori realtà odierne, diversi veicoli che approdano nelle nostre concessionarie provengono dalla Cina. I passi in avanti compiuti sul fronte della sicurezza e le politiche aggressive sul piano dei prezzi promettono di dare parecchio filo da torcere agli attuali leader.
A margine del CES di Las Vegas, il numero uno di Stellantis invita ad aprire gli occhi. Perché c’è il rischio di intervenire quando ormai avranno perso una parte significativa di mercato. I termini adottati dal dirigente sono perentori, un messaggio di allarme che spera dia la sveglia a chi sta sottovalutando l’avanzata cinese: “la differenza di prezzo tra auto europee e cinesi è significativa, se non ci saranno variazioni alla situazione attuale i clienti europei della classe media, il cui potere d’acquisto sta diminuendo, acquisteranno sempre di più auto cinesi”.
A meno di un intervento deciso delle autorità comunitarie (sotto forma di dazi più significativi), Tavares prefigura “una lotta terribile”, causa di “scelte molto dolorose”, spostando la produzione in Paesi dove i costi sono inferiori, con impatti enormi sulla manodopera europea.
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